mercoledì, 25 Dicembre 2024

Nuova sala e materiali inediti per la Casa Dante a Ravenna

Una nuova sala per Casa Dante, con materiali presentati per la prima volta e che amplieranno la narrazione del rapporto tra Ravenna e l’Alighieri: ne potranno fruire dai primi mesi del 2024 i visitatori della Zona Dantesca. Gli allestimenti del Museo e di Casa Dante hanno premiato gli sforzi fatti dall’amministrazione comunale di Ravenna, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, per valorizzare la Zona Dantesca e creare un percorso di visita che esplorasse e documentasse i diversi aspetti del culto dantesco nei secoli.

Nel 2022, e ancor di più nel 2023, Museo e Casa Dante hanno visto un notevole incremento di accessi: lo scorso anno i visitatori sono stati 21.018, nei primi 11 mesi del 2023 sono già 26.015. L’interesse per la figura di Dante non è terminato con le celebrazioni del VII centenario, ma è aumentato in particolare tra i turisti dall’estero, anche grazie al lavoro di valorizzazione condotto dalla Fondazione RavennAntica in collaborazione con l’Istituzione Biblioteca Classense.

Nella nuova sala sarà possibile collocare in modo più razionale i cimeli danteschi secondo un criterio cronologico che permette di apprezzare meglio l’evolversi del culto dantesco e le sue testimonianze nell’opera degli artisti. Sarà possibile esporre reperti che non avevano finora trovato spazio: in particolare la cassetta in piombo (1865) e il forziere (1944) che contenevano le ossa del poeta, restaurati grazie ad un accordo con il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna-Campus di Ravenna e al lavoro di Florence Caillaud e delle sue allieve e allievi.

Verranno inoltre esposti due bassorilievi di Angelo Biancini (1911-1988), autore anche del busto dantesco già in mostra a Casa Dante, donati dalla famiglia dell’artista. La nuova sala ospiterà pure le testimonianze contemporanee del culto dantesco, il Dante pop, a dimostrazione di quanto la sua figura ispiri ancora l’opera ed il pensiero di artisti e comunicatori. E resteranno in mostra ancora per un anno le quattro opere in prestito dalle Gallerie degli Uffizi, grazie al rinnovo della convenzione tra le due istituzioni che ha portato alla nascita del primo esempio di Uffizi Diffusi fuori dalla Toscana.

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