Turisti fuori dal Colosseo ieri mattina. La motivazione è da ricercare nell’assemblea sindacale del personale di custodia dell’Anfiteatro Flavio e dell’area archeologica del Foro Romano. La protesta ha coinvolto tutte le sigle sindacali per la carenza di personale e i tagli ai salari lamentati dai dipendenti. La chiusura ha riguardato tutti i monumenti della soprintendenza speciale ai beni archeologici di Roma, come Palazzo Massimo, le Terme di Caracalla e le Terme di Diocleziano. I sindacati chiedono di incontrare il ministro Massimo Bray affinché “interrompa il costume del lavoro mascherato, che utilizza 'finti' volontari, consulenti e stagisti".
“Il contratto del personale di vigilanza prevede l'obbligatorietà di svolgere un terzo dei turni festivi all'anno e questo stante la carenza del personale non basta a garantire la tutela dei musei. Pertanto abbiamo sottoscritto a marzo l'accordo che prevede il superamento dei turni festivi, da un terzo al 50%, accordo che avrebbe permesso sia la sicurezza che la fruibilità dei musei, ma l'ufficio centrale di bilancio del Mef non ha inteso registrarlo – spiega Franco Taschini, segretario regionale Uilpa dei Beni culturali – Ad oggi i lavoratori non possono superare i 20 turni festivi e questo comporterà che a fine giugno non solo non avremo il personale per aprire i musei ma non avremo nemmeno il personale per garantire la sicurezza del museo chiuso, in quanto, ad esempio, anche il Colosseo quando è chiuso deve avere quelle 2 o 3 unità al suo interno e noi non le avremo. Saranno costretti a fare intervenire le forze dell'ordine a presidiare i musei chiusi”.
Nel pomeriggio i sindacati hanno fatto sapere che saranno ricevuti da Bray entro i primi di luglio.