martedì, 19 Novembre 2024

Prosperetti pensa a strategie per rendere la Capitale più attrattiva

Francesco Prosperetti, soprintendente archeologico di Roma, parla delle questioni che hanno fatto polemica in questi mesi nella capitale, dal progetto per la ricostruzione dell’arena del Colosseo, all’anastilosi delle colonne del Foro della pace. 

“Per migliorare le cose – spiega Prosperetti – Dobbiamo lavorare sulla bigliettazione, sulle membership, sui tempi, sulle code, sul fundraising che può essere fatto anche in modalità crowdfunding, vista la quantità di contatti che facciamo. Con la valorizzazione il British Museum fa molti soldi e dà dei servizi di qualità. E se il comune di Roma ha finalmente liberato la piazza dai camion bar “non possiamo permetterci che la gente crolli disidratata in mezzo ai Fori o a piazza del Colosseo. Stiamo provvedendo con dei distributori automatici di acqua e una caffetteria.
Un’idea è usare il piano alto e la terrazza del Museo Palatino. Nel punto più panoramico della città, nel luogo più bello del mondo”.    

Quanto ai progetti, Prosperetti cita l’apertura alle Terme di Diocleziano, di una grande rassegna dedicata a Henri Moore, in collaborazione con Tate di Londra. L’intenzione, ribadisce, “è iniziare a fare davvero grandi numeri e anche grazie all’arte contemporanea, appunto. E vorrei sottolineare quanto il contemporaneo e i luoghi dell’archeologia dialoghino tra loro. Con il Festival Romaeuropa iniziamo anche a fare teatro, ad esempio quest’anno partiamo dal Planetario, che si riapre per l’occasione, ma con loro abbiamo intenzione di utilizzare molti spazi nostri, dai Fori a Caracalla”.

Infine, in merito al progetto di ricostruzione per l’arena del Colosseo, Prosperetti spiega che “l’arena non era un oggetto statico, ma una macchina dinamica, c’erano qualcosa come sessanta ascensori. Occorre pensare a qualcosa che assolva ancora alla funzione di macchina scenica.

Proprio in questi giorni stiamo parlando con l’assessore all’urbanistica di Roma, Giovanni Caudo per la piazza. Il discorso di ripensare quell’area è fondamentale e poi ho anche l’obiettivo di togliere la cancellata dall’Arco di Costantino. Senza dimenticare il tema della parziale ricostruzione della Meta Sudans: esiste la traccia in pianta, esistono mille fonti iconografiche, sappiamo esattamente dov’era e com’era.

 

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