lunedì, 23 Dicembre 2024

Roma, albergatori annunciano serrata. Ma Marino non molla

Decine di albergatori romani questa mattina sono scesi in piazza a Roma contro il paventato aumento della tassa di soggiorno che – a loro dire – creerebbe ulteriori disagi al turismo e all'indotto. Piazza SS Apostoli, nel cuore della Capitale, era tappezzata di striscioni esposti nella piazza davanti alla sede della prefettura, a due passi da piazza Venezia. Alcuni anche con messaggi in inglese rivolti direttamente ai turisti: "Dear tourist, we are also protesting on your behalf" ("Caro turista, stiamo manifestando anche per te").
"Se non saranno ascoltate le nostre richieste – ha annunciato il presidente di Federalberghi Roma, Giuseppe Roscioli, durante il sit in – non escludiamo una protesta forte, forse anche una serrata degli alberghi romani, contro l'aumento della tassa di soggiorno. Piuttosto si potrebbe pensare ad un aumento dei prezzi dei musei capitolini o del Colosseo, per esempio, ma non ad una misura che scoraggia i turisti. Al sindaco Marino chiediamo di intervenire sull'abusivismo".
Dello stesso parere anche il presidente della Confesercenti di Roma, Valter Giammaria. "Basterebbe portare alla luce tutto il sommerso delle strutture che non fanno pagare la tassa di soggiorno – spiega – per far entrare in cassa quello che si chiede dall'aumento. Se non saranno ascoltate le nostre richieste non escludiamo una serrata delle strutture ricettive della Capitale".
Ma il sindaco Ignazio Marino non sembra disposto ad aprire agli operatori turistici. "Se gli albergatori vogliono scioperare lo facciano è una libera decisione", ha detto aggiungendo che "in un momento di grave crisi economica piuttosto che andare a gravare ulteriormente sulle tasse dei romani io credo che chi prenota una stanza che costa alcune centinaia di euro possa permettersi di pagare qualche euro in più di tassa di soggiorno".
"Stiamo mettendo in campo tutte le misure possibili – ha concluso Marino – per contrastare l'evasione di questa tassa perché in alcune verifiche è emerso che alcuni grandi alberghi hanno incassato la tassa e poi non l'hanno versata nelle casse del comune".  

 

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