lunedì, 23 Dicembre 2024

Ecco i vincitori del Cinque Terre Photo Award

Nei giorni scorsi Vernazza  ha accolto curiosi e vincitori del ‘Cinque Terre Photo Award’, concorso fotografico del Parco Nazionale delle Cinque Terre – Area Marina Protetta, dedicato al racconto del territorio e al suo complesso intreccio di mondi. L’evento, inserito all’interno del Festival ‘Un Mare di Discorsi’, si è aperto e chiuso con le performance della scuola Danseávie CorpoUnico ASD, che ha portato in scena coreografie ispirate ai suoni del mare, preludio del viaggio visivo tra natura, tradizioni e componente umana.

La serata è stata aperta dal sindaco di Vernazza, Marco Fenelli, che ha richiamato l’attenzione sulla fatica e la bellezza insite nelle Cinque Terre, citando le parole di un celebre fotografo: “Io vengo qui a fotografare la fatica”. Un’eco potente di quanto questo paesaggio sia frutto di lavoro e sacrificio, un tema ripreso anche da Patrizio Scarpellini, direttore del Parco, il quale ha evidenziato come la fotografia non debba limitarsi a una registrazione distratta, come spesso accade sui social, ma possa diventare un atto di conoscenza e di riflessione profonda sul territorio. “La fotografia aiuta ad attraversare il territorio con calma per conoscerlo – ha sottolineato Scarpellini –: permette di aprire una finestra anche di confronto su ciò che a volte non vediamo, ma che è fondamentale riflettere su vari temi”.

Il concorso, organizzato dal Parco assieme a Spazi Fotografici, ha raccolto le adesioni da tutti i continenti. Oltre mille le fotografie ricevute e scrutinate. Tra i partecipanti, numerosi giovani fotografi under-30, ma anche una significativa rappresentanza di abitanti locali, a testimonianza del forte legame tra vita, visione e narrazione del territorio.

Uno dei momenti più emozionanti è stato quello dedicato progetto di educazione all’immagine, dal titolo “Ri-conoscere il proprio mondo: giovani fotografi per paesaggi antichi”, dedicato ai ragazzi delle scuole medie delle Cinque Terre. Nell’ambito del, circa 70 studenti dell’Istituto ISA 23 hanno presentato i loro scatti. Accompagnati da esperti locali come il vignaiolo Alessandro Crovara, il pescatore Guido Galletti, Lorella Ognio e Alessandro Bordone dell’Associazione Radici, i giovani hanno avuto l’opportunità di esplorare il territorio e raccontarlo attraverso i loro occhi.

Guidati dalla voce esperta del fotografo Davide Marcesini, i vincitori del Cinque Terre Photo Award sono stati svelati uno a uno e celebrati uno dopo l’altro, ognuno con la propria storia e il proprio sguardo sul mondo.

Nella categoria Naturalia, Ilaria Gonelli, con la sua delicata e affascinante fotografia di un Nudibranco Cratena peregrina, ha conquistato la giuria per la precisione e la maestria con cui ha saputo immortalare questo fragile abitante del mare. L’immagine, quasi ipnotica, ha permesso agli spettatori di immergersi nella biodiversità marina che abita le profondità delle Cinque Terre.

Al secondo posto, Rossella Priori ha offerto una sapiente sintesi visiva del territorio delle Cinque Terre. La vegetazione spontanea combatte la vigna, i muri a secco, tipica opera dell’uomo, costituiscono a loro volta un microambiente naturale ricco di vita. Pur trattandosi di strutture artificiali, create per trasformare la naturale pendenza del versante in una sequenza di ripiani utili a coltivare la vite, i muri a secco sono habitat verticali e ospitano specie vegetali ed animali, che arricchiscono la biodiversità̀ del territorio.

Infine, il terzo posto è andato a Piero Papa, che con la sua fotografia del Tritone alpestre ha saputo trasformare un piccolo anfibio in un messaggio di allarme per la fragilità degli ecosistemi acquatici interni, sempre più minacciati dai cambiamenti climatici.

La categoria Genius Loci, dedicata a serie fotografiche che descrivono il rapporto tra uomo e paesaggio ha visto trionfare in un toccante abbraccio Noemi Contardi con il padre. La giovane fotografa ha raccontato, attraverso una serie di immagini, la sua relazione con il genitore, uno degli ultimi “muaggià”, i maestri costruttori di muretti a secco. La sequenza fotografica, accompagnata da una nota dell’autrice, è stata un inno alla cura del paesaggio e alla forza dei legami familiari. Il momento in cui padre e figlia si sono abbracciati sul palco è stato uno dei più toccanti della serata.

Al secondo posto si è classificato Leonello Bertolucci, il quale ha sottolineato con un bianco e nero intenso i contasti delle Cinque Terre, affrontati alla maniera del flâneur: soggetti diversi, paesaggi, persone, elementi artificiali accomunati dalla capacità compositiva e dal senso grafico delle inquadrature.

Piero Papa, già premiato nella categoria Naturalia, ha ottenuto il terzo posto anche in questa sezione, con una serie di fotografie che esplorano la presenza dell’uomo nel paesaggio, in un dialogo costante tra intervento e natura, con sguardo non giudicante, lontano dai classici “momenti decisivi” della fotografia.

Per tutti i vincitori in palio ricompense non solo in denaro, ma anche premi offerti dal territorio, dalle comunità delle Pro Loco Riomaggiore/Manarola, Monterosso, Vernazza, Corniglia; dal Diving Cinque Terre, Cantina Cooperativa Cinque Terre e la Cantina Sassarini/A Scià oltre a voucher per acquisire competenze fotografiche con Leica Akademie e Spazi Fotografici.

A chiudere la serata le parole precorritrici di Sergio Fregoso, pronunciate per bocca della figlia Sara nel corso della premiazione della menzione speciale dedicata agli under 30, consegnata a Lorenzo Scaramuccia e con un premio speciale della giuria a Davide Crovara altra promessa della fotografia locale.

Tra i quaderni degli anni Settanta Sergio Fregoso frequentatore assiduo delle Cinque Terre, annotava: “Le Cinque Terre sono un dono della natura. Sono un’opera dell’ingegno, un prodotto del lavoro che ha saputo sottrarre alla natura le condizioni favorevoli ad una cultura di sopravvivenza. Gli antichi saperi contadini e una presenza attiva nel territorio hanno assicurato l’equilibrio nel complesso rapporto tra natura e cultura. Oggi questo non basta più. La natura si sta riprendendo ciò che le era stato sottratto. Le mutate condizioni ambientali e socio-culturali: turismo, abbandono dei campi, frane e degrado, hanno richiesto una ‘seconda’ opera dell’ingegno, che sta maturando con la collaborazione di ‘altri’ saperi, perché i problemi non sono più ‘locali’ e le mutazioni interessano le piccole e le grandi comunità”.

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