venerdì, 8 Novembre 2024

Assoturismo: in Liguria in due anni calo del 13%

Ceresi: molti albergatori pensano di chiudere

In Liguria, dal 2010 al 2012, il turismo estivo è diminuito del 13% ei vacanzieri sono passati dal 79% al 66%. Sono 33,3 milioni quest’anno coloro che andranno nei luoghi di villeggiatura ma erano 39 milioni appena 2anni fa. Ad influire sulle scelte delle ferie estive sono il fattore reddito disponibile (quest’anno al 39%), la preoccupazione per la situazione economica (22%) e le tasse (10%).
“La sensazione tra gli addetti ai lavori, purtroppo, è che l’andamento sia in decisa flessione. Questa considerazione va fatta al di là delle cifre relative agli arrivi, che possono anche tenere o addirittura crescere, e ai singoli casi di località che, grazie alla loro posizione privilegiata, si difendono meglio di altre. Ad incidere negativamente è infatti la contrazione dei fatturati, causata dal sempre minor tempo di permanenza dei turisti, che nella maggior parte dei casi prenotano per non più di tre o quattro giorni- ha commentato Antonio Ceresi, presidente di Assoturismo Liguria -Anche la settimana piena inizia ad essere un’opzione sempre più rara”.
A pesare è il budget sempre più ridotto che gli italiani hanno a disposizione. “A tutto questo – ha proseguito Ceresi – si aggiunge un’eccessiva rigidità da parte del Governo: fare impresa nel nostro settore è oggi quasi impossibile, e questo perché, mentre rispetto al recente passato sono cambiate le modalità di fruizione della vacanza, la legislazione impedisce alle strutture ricettive di fare altrettanto. Un esempio lampante: la maggior parte degli albergatori ha alle proprie dipendenze del personale che era stato contrattato in funzione della pensione completa, che però oggi è sempre meno utilizzata dalla clientela. Di conseguenza, ci troviamo a dover riformulare il nostro rapporto di lavoro con i dipendenti, ma le procedure necessarie si rivelano spesso più onerose degli stessi contributi che spettano ai lavoratori. E anche il sistema dei contratti a chiamata, così com’è, non è efficace. Il risultato – ha concluso – è che molti albergatori stanno pensando seriamente di chiudere, o comunque di trasformare le proprie aziende in modo da rinunciare al personale dipendente. Non possiamo più avere persone a libro paga se non c’è lavoro”.

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