venerdì, 22 Novembre 2024

Affitti brevi, Hospitality Revolution: politica deve regolare fenomeno e non limitare libertà d’impresa

“Politica e istituzioni devono gestire il fenomeno degli Affitti brevi e non contribuire a creare maggiore confusione e opacità”. A sostenerlo Hospitality Revolution, la piattaforma di e-learning rivolta a Property Manager di Case Vacanza, commentando gli sviluppi recenti che stanno interessando il mondo degli affitti brevi: il disegno di legge Santanché e il divieto di aprire nuove Case vacanza nel centro storico di Firenze.

La community di Property Manager invita a un approccio più attento e coerente per gestire il fenomeno degli Affitti brevi, affinché non si crei ulteriore confusione e opacità nel settore.

In merito al disegno di legge del Ministero del Turismo che il ministro Daniela Santanché ha assicurato sarà sottoposto presto all’esame del Parlamento, Hospitality Revolution avanza un interrogativo: “A cosa serve limitare il numero minimo di notti a due di soggiorno nei centri storici delle città metropolitane, quando nella maggior parte delle principali città italiane il soggiorno medio già supera le due notti?”. Hospitality Revolution da tempo sostiene la necessità di professionalizzare il settore degli affitti brevi e di formare Property Manager di Case Vacanza competenti, in grado di gestire immobili privati e offrire ai viaggiatori un servizio professionale e di alta qualità. E in questo senso la misura proposta rappresenta un passo significativo nella direzione auspicata, poiché spinge coloro che intendono guadagnare attraverso gli affitti brevi ad assumere un ruolo imprenditoriale.

Tuttavia, spiega il fondatore di Hospitality Revolution Angelo Spinalbelli, “imporre un soggiorno di minimo due notti non ha senso: è solo un modo per favorire le strutture alberghiere, non capendo che il cliente di un hotel è diverso dal cliente di una Casa vacanza. Chi desidera un hotel cerca servizi come reception 24 ore su 24, bar, facchino e pulizia giornaliera, mentre il cliente tipo di un appartamento vuole privacy, autonomia e cucina. Si tratta di clientele con esigenze differenti”.

Spinalbelli accoglie invece con favore l’obbligo del Codice Identificativo Nazionale (Cin) per tutte le unità immobiliari destinate alle locazioni turistiche, ritenendo sia una misura che contribuirà a garantire maggiore sicurezza e qualità nei servizi offerti ai turisti. E a proposito di sicurezza, Spinalbelli chiede che all’interno del ddl sia prevista la norma – in parte anticipata da alcuni giornali – sugli adempimenti anti incendio, “perché se l’appartamento si trova in un condominio, il rischio incendio è pari a quello che esiste in un albergo”, dice Spinabelli.

Relativamente alla recente delibera approvata dal Consiglio Comunale di Firenze che impedisce la creazione di nuove attività di affitti turistici brevi nel centro storico, Hospitality Revolution esprime un forte dissenso, definendo questa decisione “un errore storico che limita la libertà imprenditoriale di coloro che vogliono operare in modo trasparente nel settore turistico, proponendo un’offerta di qualità ai turisti”.

La misura adottata avrà inoltre come risultato – sostiene la piattaforma dedicata ai Property Manager – l’aumento dei prezzi degli hotel, ormai liberi di operare sul mercato senza più la concorrenza rappresentata dall’apertura di nuove Case vacanza.

Il settore degli affitti turistici in appartamento è in continua evoluzione. In un’intervista rilasciata recentemente al quotidiano economico inglese Financial Times, il ceo di AirBnb Brian Chesky ha aperto alla possibilità di allargare l’offerta della piattaforma agli affitti di lungo periodo, dunque oltre i 30 giorni, sostenendo che nel mondo post pandemico si è aperto un nuovo settore di mercato, la voglia di vacanze più lunghe. Oggi molte più persone lavorano da remoto

“A nostro parere – conclude Spinalbelli – c’è bisogno di agire con pragmatismo e flessibilità in questo settore, affrontando le esigenze reali di tutti gli attori coinvolti: proprietari, gestori, clienti e cittadini, senza ideologismi né corporativismi che fanno del male al mercato e ai consumatori”.

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