Bocca contro affitti brevi: minimo di notti e Tari come hotel
30 Settembre 2025, 11:00
“Sicuramente l’introduzione del Cin ha consentito l’uscita dal sommerso di centinaia di migliaia di appartamenti, quindi è stata una cosa molto positiva ma rimane ancora un tema e cioè la possibilità di queste strutture di affittare a singola notte. Cioè ci si continua a concentrare sul numero massimo di giornate all’anno nel quale si può affittare un appartamento quando invece è determinante la permanenza minima. Perché se questi appartamenti mi affittano una notte secca o il weekend è questa la vera concorrenza con gli hotel. Un affitto, secondo me, deve essere da 5 giorni in su in maniera da occupare una fascia di mercato diversa da quella degli alberghi. Se insistiamo tutti sullo stesso mercato con la notte secca e i weekend noi 30.000 alberghi e gli oltre i 600.000 appartamenti turistici diventa una concorrenza sleale e ingiusta”. Con queste parole, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca apre la “guerra” agli affitti brevi a margine al Global Summit del World Travel&Tourism Council (Wttc) che si svolge per la prima volta in Italia all’Auditorium Parco della Musica a Roma.
E poi Bocca tocca un altro tema caldo, ovvero la tassa sui rifiuti: “il presidente dell’Anci Manfredi ha intenzione di aumentare la tassa di soggiorno in quanto dice che la produzione di rifiuti urbani non è più sostenibile dalla cittadinanza e va pagata dai turisti. Ricordo come gli oltre 600.000 appartamenti turistici fanno turismo tutto l’anno e pagano la Tari come una famiglia normale. Allora invece di continuare ad aumentare la tassa di soggiorno, chiediamo il cambio di destinazione a questi appartamenti turistici e facciamo che paghino come un’attività ricettiva visto che la quantità di rifiuti urbani che producono sicuramente non è quella di una famiglia ma è quella di un albergo”.
Infine Bocca respinge l’idea che gli affitti brevi servano per i borghi le piccole città non servite dagli alberghi: “Va bene come enunciazione di principio, benissimo, peccato che poi in realtà il 90% degli affitti brevi sono concentrati nelle grandi città. Magari aprissero nei borghi, invece vediamo decine di migliaia di affitti brevi a Roma Firenze Venezia, diciamo che non sono proprio dei borghi quelli…”.
Immediata la reazione del presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa: “quando si arriva a questo punto rimane solo l’ironia. Quindi invitiamo il Parlamento italiano a modificare in modo conseguente l’articolo 832 del Codice civile, quello che da un secolo disciplina il diritto di proprietà. Direi così: ‘Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’osservanza degli obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico e delle indicazioni delle organizzazioni rappresentative degli albergatori’. Può andare?”.