Il portale Bed-and-Breakfast.it ha raccolto le richieste di aiuto dei suoi associati in una lettera inviata al ministro Dario Franceschini sottoscritta da 39 associazioni territoriali. “Aiutateci, perché l’unica scelta che ci rimane è chiudere” è la richiesta che proviene dal settore extralberghiero.
Non tutte le strutture di microricettività svolgono attività imprenditoriale e per questo sembra non siano state ricomprese negli aiuti del decreto “Cura Italia”; tuttavia anche loro pagano regolarmente le tasse, i mutui e gli affitti, e il 45% delle piccole attività familiari sopravvive solo grazie al frutto di questo lavoro. Senza l’aiuto dello Stato, ora, il settore extralberghiero, che rappresenta ormai una fetta importantissima del mercato turistico nazionale, si vedrà irrimediabilmente frenato nella sua capacità di reagire quando sarà il momento di ripartire.
Ecco perchè nella lettera vengono suggerite nove azioni possibili:
- beneficiare del Bonus Affitti, da estendersi fino a quando non sarà di nuovo possibile viaggiare in Italia.
- estendere ai gestori di strutture ricettive extralberghiere che vivono esclusivamente del proprio lavoro, la medesima indennità per i mesi in cui non si siano registrati arrivi.
- rimborsare tasse e tributi già pagati tramite credito d’imposta o quantomeno ridurli o annullarli per il prossimo periodo.
- interventi sull’IMU per le strutture ricettive.
- eventuale Bonus fiscale, tanto per le strutture ricettive imprenditoriali che non imprenditoriali del settore, potrebbe essere parametrato al calo di reddito dell’attività nel 2020 rispetto al 2019.
- estendere anche alle strutture ricettive non imprenditoriali, per il periodo di imposta 2020, un credito d’imposta del 50% delle spese documentate per la sanificazione degli ambienti.
- sospendere le rate dei mutui e delle utenze per i prossimi mesi anche per le strutture non imprenditoriali al pari delle misure già previste nell’art. 56 del D.L. 18 del 17.03.2020.
- deroga degli obblighi imposti dalle Leggi Regionali alle attività saltuarie almeno per un anno. In particolare l’obbligo di chiusura per un determinato periodo dell’anno, che potrebbe coincidere con il periodo in cui si comincerà nuovamente a viaggiare.
- possibilità di emettere i voucher
“Probabilmente – conclude la lettera firmata da Giambattista Scivoletto – saremo il primo paese ad uscire dalla crisi, dopo la Cina, e ciò potrebbe concretizzare la possibilità di un rilancio del brand Italia con un marchio unico. Per tale motivo questo potrebbe essere il momento ideale per dare contributi a fondo perduto per ampliamento, digitalizzazione, innovazione, brand, miglioramento dei servizi”.