Adsi: investire nelle dimore storiche per investire nel futuro
14 Luglio 2025, 11:00
Nel solo 2024, le dimore storiche private italiane hanno accolto oltre 35 milioni di visitatori e ospitato più di 210.000 eventi, di cui oltre 70.000 gratuiti. Un impatto occupazionale pari all’1,2% della forza lavoro italiana, con 1,9 miliardi di euro investiti nel triennio 2021-2023 e oltre 900 milioni nel 2024 per lavori di restauro e manutenzione. Con oltre 45.000 immobili privati censiti, di cui 20.00 aperti al pubblico, le dimore storiche rappresentano il più grande museo diffuso d’Italia.
Questi i numeri che la presidente dell’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI), Maria Pace Odescalchi, ha portato al Teatro Petruzzelli di Bari nel suo intervento alla nona edizione de ‘La Ripartenza’, l’evento ideato e condotto da Nicola Porro.
Prima donna a guidare l’ADSI nei quasi cinquant’anni di storia dell’Associazione, Odescalchi ha sottolineato come le dimore storiche e i beni vincolati privati siano strategici per il Paese, capaci di generare un impatto diretto e duraturo su economia, occupazione e coesione sociale, in particolare nei borghi e nelle aree interne, dove spesso costituiscono l’unico presidio culturale attivo.
Secondo i dati dell’Osservatorio ADSI, il 20% delle dimore si trova nelle aree interne, il 28% si trova in comuni sotto i 5.000 abitanti, mentre oltre la metà (54%) è situata in centri con meno di 20.000 residenti: una distribuzione che ne evidenzia il ruolo chiave nella rigenerazione dei territori e nel rafforzamento dell’identità locale.
“Investire nelle dimore storiche significa custodire la nostra storia e, al tempo stesso, generare nuovo valore per i territori, evitandone in alcuni casi lo spopolamento. Sono luoghi vivi, dove si intrecciano tradizione, innovazione e futuro – ha dichiarato Odescalchi – Il patrimonio culturale privato costituisce l’ossatura invisibile dell’Italia. È tempo che venga pienamente riconosciuto come risorsa strategica per il rilancio del Paese”.
La presidente ha quindi lanciato un appello affinché le istituzioni promuovano politiche di lungo periodo, fondate su sinergie pubblico-private e su un turismo diffuso, sostenibile e autentico, capaci di valorizzare il patrimonio storico come bene comune e leva di sviluppo.