Rispetto allo scorso anno, ben 3 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare tra gennaio e marzo alle vacanze sulla neve, con una perdita in termini di giro d’affari del settore pari a 3,5 miliardi di euro sul 2023. A lanciare l’allarme è Assoutenti, commentando i numeri forniti da Federalberghi (vedi news).
Lo scorso anno – analizza Assoutenti – sono stati infatti 12 milioni i cittadini che nel periodo gennaio-marzo si sono concessi qualche giorno in montagna, tra settimane bianche e weekend, spendendo complessivamente 9,6 miliardi di euro. Numeri scesi quest’anno a soli 9 milioni di italiani sulla neve (-25% su 2023) con un giro d’affari che si ferma a 6,1 miliardi (-36,5%).
“Una frenata netta dovuta ai prezzi eccessivi del comparto turistico invernale, con le tariffe di skipass, strutture ricettive, ristorazione e servizi vari salite in modo sensibile negli ultimi anni” denuncia l’associazione.
“Gli italiani hanno reagito al caro-neve rinunciando alle vacanze o tagliando sensibilmente la spesa durante il periodo di villeggiatura – spiega il presidente Gabriele Melluso – e la classica settimana bianca è diventata infatti sempre più un salasso a causa della valanga di rincari che si è abbattuta su tutto il comparto della montagna. Le tariffe degli skipass, ad esempio, sono aumentate nel 2024 del +8,1% sulle Dolomiti, del +6,5% a Courmayeur, +7,7% a Bormio e +7,6% a Livigno, e rispetto al 2021 per il biglietto giornaliero gli aumenti dello skipass hanno raggiunto addirittura il +22,1% a Livigno +21,7% a Bormio +19,4% sulle Dolomiti, +16% a Courmayeur”.