Dalle promesse ai fatti il passo non sempre è breve, anzi. Lo dimostra il caso dei voucher emessi durante la pandemia, su cui l’associazione Codici chiede un intervento chiarificatore da parte del Governo italiano e dell’Ue.
“Era il maggio scorso – ricorda Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – quando la Commissione Europea sollecitava l’adozione di forme di protezione in caso di insolvenza da parte degli Stati membri, prevedendo una protezione efficace e solida in caso di insolvenza del vettore o dell’organizzatore. Mentre la Germania stanziava una garanzia pubblica di 840 milioni di euro, il nostro Paese, attraverso il Decreto Cura Italia, prevedeva un fondo di garanzia di 6 milioni di euro. Come se non bastasse, il Ministero del Turismo ora fa sapere che quei soldi non sono mai arrivati nel fondo, a causa di problemi burocratici. Il risultato? Alla scadenza dei voucher, il consumatore non potrà fare affidamento sul fondo, già di per sé esiguo, e dovrà rivalersi su operatori turistici che si trovano in grande difficoltà a causa della crisi economica. Sono mesi che denunciamo questo rischio, che chiediamo di intervenire per tutelare i consumatori, ma purtroppo finora si è voluto rimandare il problema e questi sono i risultati”.
“Ignorando i disagi patiti finora dai consumatori – aggiunge Stefano Gallotta, responsabile Trasporti e Turismo di Codici – il Decreto Sostegni ha prorogato ulteriormente i termini di validità dei voucher, portandoli a complessivi 18/24 mesi, senza prevedere alcuna forma di garanzia in caso di insolvenza degli operatori turistici. Nel frattempo, vengono stanziati 100 milioni di euro per Alitalia, che in un anno ha bruciato 3 miliardi. È l’ennesimo schiaffo ai viaggiatori e siamo pronti a denunciarlo all’UE. La contrarietà delle disposizioni di cui alla legge 27/2020 rispetto a quanto previsto dalla normativa europea circa i diritti inderogabili dei passeggeri/turisti aveva comportato l’avvio di una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, conclusasi il 30 ottobre con un’archiviazione solo perché la Commissione Trasporti UE aveva considerato che la normativa emergenziale adottata nel nostro Paese fosse ormai giunta a scadenza e non avrebbe privato in toto i consumatori del diritto al rimborso monetario previsto dalla normativa europea. Oggi che questa privazione del diritto al rimborso è diventata praticamente una certezza vogliamo capire come intendono muoversi il nostro Governo e l’UE per garantire i diritti inderogabili dei consumatori”.