“A livello mondiale l’'Italia si posiziona al 5° posto nella graduatoria degli arrivi turistici, ma rischia di essere superata da Inghilterra e Germania”. Lo ha affermato Josep Ejarque, ad FourTourism’, nella relazione 'Per una massima competitività, attrattività e redditività del settore turistico: le proposte di Federturismo-Confindustria’, illustrate in occasione del ventennale di Federturismo.
Per Massimo Deandreis, dg Srm – centro studi vicino a Intesa SanPaolo, in Italia si stima un valore turistico diretto di quasi 83 miliardi, pari al 6% del valore aggiunto totale. "Quanto più il turismo sviluppa un'offerta sinergica con altri settori come la cultura e l'agroalimentare, tanto più – ha detto Deandreis – la ricaduta sul Pil sarà maggiore. Poiché il turismo culturale ed enogastronomico attivano più ricchezza rispetto a quello balneare, se il moltiplicatore turistico di impatto economico nelle regioni balneari salisse al livello medio del cluster culturale o enogastronomico, cioè di circa 20 euro, avremmo, a parità di presenze, 4 miliardi di euro di valore aggiunto in più in Italia. Se poi a questo si aggiungesse un 20% di presenze turistiche in più, l'impatto sul valore aggiunto sarebbe di un ulteriore miliardo, raggiungendo quindi quasi i 5 miliardi di valore aggiunto, grosso modo quanto vale l'Imu sulla prima casa", ha concluso Deandreis.