Molti italiani hanno trascorso le vacanze di fine anno alle Maldive, ma anche a Zanzibar e Dubai. “Una situazione paradossale”, come la definisce Astoi che in proposito ha scritto una lettera ai ministeri dell’Interno, degli Esteri e del Turismo, considerando che da ormai molti mesi gli operatori si sono astenuti dal programmare/vendere mete estere extra UE, in particolar modo a dicembre quando erano fortemente limitati anche gli spostamenti tra comuni e regioni.
“Ciò nonostante – scrive Astoi nella missiva – gli associati hanno avuto prove evidenti dagli albergatori partner presenti alle Maldive nonché dalle statistiche dell’aeroporto intercontinentale di Male – che traccia tutti gli arrivi internazionali – che molti italiani abbiano trascorso le vacanze del periodo natalizio in questo paese, nonostante tali spostamenti fossero vietati. Tale fenomeno si è altresì verificato in mete come Zanzibar e Dubai. Per le sole Maldive risulta che oltre 1.000 turisti italiani abbiano trascorso il Capodanno nell’arcipelago. Di questi connazionali nessuno è partito con i tour operator, che hanno scrupolosamente rispettato le direttive governative. Gli italiani in questione – prosegue la nota – sono partiti col più classico metodo del ‘fai da te’, acquistando un biglietto aereo per proprio conto e analogamente un soggiorno alberghiero in uno dei tanti resort delle Maldive. Nessun controllo è stato fatto negli aeroporti; riprova ne sono stati i test effettuati da alcuni collaboratori dell’associazione, che si sono recati legittimamente alle Maldive per lavoro e non sono stati sottoposti ad alcun controllo nei vari aeroporti per la verifica della motivazione legata al viaggio in questione. Una seconda casistica è quella dei turisti che dichiarano di recarsi in una meta europea, ad esempio Parigi, Francoforte o Amsterdam e da lì proseguono potenzialmente per qualsiasi destinazione in tutto il mondo. Anche di questo l’associazione ha acquisito evidenza probatoria. Quello che sconcerta – sottolinea ancora l’associazione – è che dopo vari incontri fra Astoi e il ministero degli Esteri, in cui si richiedeva la riapertura in sicurezza di alcune mete sostanzialmente Covid-Free o a basso rischio di contagio, l’associazione si è sempre vista negare questa opzione, in virtù della contrarietà espressa dal ministero della Salute, che ha ribadito a più riprese l’impossibilità di far viaggiare gli italiani in questo periodo di pandemia”.
Dunque, Astoi ha chiesto formalmente al Governo: “l’esistenza, o in sua assenza, la creazione di un protocollo rigoroso e capillare da parte delle autorità di Pubblica Sicurezza in tutti gli aeroporti italiani, onde evitare che un transito europeo aggiri l’ostacolo e l’apertura di un tavolo di confronto a livello europeo volto a uniformare i comportamenti fra Paesi dell’Unione Europea”.