Per le strutture ricettive dell’ospitalità religiosa in Italia, tra quelle che accolgono anche turisti, il Bonus Vacanze 2020 non segnerà di certo una svolta per raddrizzare questa estate: hanno deciso di accettarlo solo il 3,5% dei gestori. Gli enti religiosi e no-profit si sono trovati di fronte ad una scelta con evidenti criticità e complicazioni procedurali, sia nelle modalità di accettazione che in quelle di monetizzazione. In un periodo già difficile per tanti motivi, infilarsi nella palude della burocrazia non è stato visto come la migliore delle soluzioni.
Queste premesse hanno scoraggiato la gran parte delle strutture, ma si distinguono in positivo il Trentino-Alto Adige con il 12% di strutture accettanti, le Marche con l’8%, l’Umbria il 7%, il Friuli-Venezia Giulia il 6%.
I dati sono stati raccolti dal portale ospitalitareligiosa.it, che li ha inseriti in un’apposita pagina dedicata a chi vuole usufruire del Bonus Vacanze: ospitalitareligiosa.it/offerte-speciali/bonus-vacanze-2020
Non dovrà, invece, preoccuparsi del Bonus una famiglia della prima ‘zona rossa’ lombarda, che andrà gratuitamente in vacanza grazie all’intervento economico di uno dei nostri “cervelli in fuga”. Dall’estero e tramite il portale ha voluto regalare una settimana di vacanza ‘tutto compreso’ a chi in questi mesi ha più sofferto il peso dell’emergenza sanitaria. Un legame di solidarietà col Paese di origine nel più assoluto anonimato, che fa onore a tanti uomini e donne costretti lontano dall’Italia.
Percentuali di strutture dell’ospitalità religiosa, aperte ai turisti e accettanti il Bonus Vacanze: 12% Trentino-Alto Adige; 8% Marche; 7% Umbria; 6% Friuli-Venezia Giulia; 4% Campania e Liguria; 3% Emilia Romagna, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta; 2% Lazio e Sicilia; 1% Piemonte e Veneto; nessuna rilevata in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lombardia, Molise e Sardegna.