Più soste tra i vigneti e degustazioni en plein air, stop agli ingressi in cantina e nei luoghi di produzione del vino ma tutto il tempo per godere dei panorami. “Almeno per un periodo, la visita fra botti e tini sarà pressoché impossibile” sottolinea da Montalcino Donatella Cinelli Colombini, ideatrice della giornata Cantine aperte e del Movimento del Turismo del vino.
“È dovere dei titolari – ricorda l’imprenditrice toscana – salvaguardare la salute di visitatori e dipendenti, quindi le aree per il turismo e la produzione enologica dovranno essere rigorosamente separate. Gli ambienti sotterranei o raffreddati con impianti a ricircolo d’aria, devono essere riservati solo al sonno del vino”.
Inoltre, osserva l’imprenditrice toscana, “i wine lover si dovranno abituare a prenotare la visita nelle aziende di produzione ma, probabilmente, ne troveranno molte di più aperte nel week end e all’ora di pranzo. E con più attività, dalle degustazioni ai trekking in vigna, all’aperto per godere di una sorta di ‘terapia del paesaggio”.
Dal punto di vista degli operatori ripartire sembra possibile ma, secondo Cinelli Colombini, “la proposta di un turismo alterativo e diretto a luoghi verdi, poco affollati, dove praticare sport all’aria aperta dovrebbe essere il nocciolo di un’alleanza fra istituzioni e imprese, capace di innescare la ripartenza dei viaggi in Italia, attraverso un impegno concreto istituzionale, oltre ad una riorganizzazione del sito Italia.it ed il raggiungimento di accordi con i grandi player del turismo on line come Expedia, Google, TripAdvisor, affinché promuovano l’enogastronomia come attrattiva di viaggio”.
Sulla stessa linea l’attuale presidente del Movimento del turismo del Vino (Mtv), Nicola D’Auria: “crediamo che il turismo in cantina sarà la forma più sicura e responsabile di turismo – ha detto D’Auria-, grazie agli ampi spazi – al chiuso e all’aria aperta – di cui dispongono le aziende vinicole”. Da qui l’impegno per il Protocollo Internazionale “Tranquillamente Enoturismo”, presentato da Mtv insieme all’esperta del settore Roberta Garibaldi, con l’obiettivo di fare da guida alle cantine e agli attori dell’enoturismo per l’adeguamento delle strutture e dei servizi di accoglienza dando la priorità alla cura e alla salvaguardia della vita delle persone. Secondo un’indagine preliminare dell’associazione su 262 aziende c’è sostanziale accordo sulla necessità di dotarsi di un sistema di vendita online, con il 70% delle cantine che ritengono importante o molto importante attivare questo servizio, per ampliare l’offerta e la visibilità della struttura ma anche per una gestione contactless del wine shop e della visita guidata in azienda.