martedì, 19 Novembre 2024

Allarme dimore storiche, servono nuove norme

Allarme per le dimore storiche: le cascine medicee di Poggio a Caiano sono ridotte a discarica; il castello di Frinco, in Piemonte, con le sue mura cinquecentesche venute giù sulla piazza del paese come fossero farina. Il tutto mentre lo Stato ha già accumulato un debito da 150 milioni di euro.
"Siamo di fronte a una crisi generale, economica, ma anche di sistema ed etico-culturale – sostiene il presidente dell'ADSI-Associazione Dimore Storiche Italiane, Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini alla XXXVII Assemblea dedicata a 'Il ruolo del beni culturali nell'attuale sistema giuridico ed economico italiano' – l'aggravamento del carico fiscale sul patrimonio immobiliare dal 2012, particolarmente incisivo per i beni culturali", e alcune norme introdotte (dal carico dell'Iva all'Imu, la riforma del catasto e la tassa sui rifiuti da pagare a metro quadro), "stanno rendendo sempre più difficile mantenimento e valorizzazione" dei beni di proprietà dei privati.
Un patrimonio artistico-culturale di inestimabile valore, ma del quale, paradossalmente, non si conosce nemmeno bene l'entità, né della quantità delle dimore vincolate dallo Stato (5 mila sono solo gli iscritti all'ADSI), né, di conseguenza, della portata di eventuali riforme fiscali ad hoc.
Chi dovrebbe intervenire? "Dimore storiche, io vi considero un pezzo di fondamentale dell'Ambiente – dice il ministro Gian Luca Galletti – Una villa storica in montagna priva di manutenzione, può provocare un dissesto idrogeologico. E sapete quanto mi costa? Senza contare l'importanza cruciale che questi beni rivestono per la biodiversità, per il turismo e per il consumo del suolo, che in Italia corre a 8 metri quadrati al secondo. Se invece un castello è ben tenuto, intorno a lui si mantiene anche il paese, evitando così che la gente si sposti verso le città".   
"Bisogna rivedere tutto il sistema fiscale intorno al codice dei Beni culturali – incalza il sottosegretario del Mibact Ilaria Borletti Buitoni – e costruirne uno che consenta ai privati di mantenere i loro beni vincolati organizzando anche attività che li valorizzino".

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