“Dobbiamo introdurre misure” come il numero chiuso al Colosseo “anche in altri siti”. A dirlo, il ministro dei beni culturali e turismo, Alberto Bonisoli, a margine della presentazione della collaborazione Alta Roma-Parco archeologico del Colosseo per una open call ai giovani delle Accademie e scuole di moda per una linea di divise del personale del monumento.
“C’è un interesse primario che è quello della tutela – spiega il ministro -. Prima con il sovrintendente Alfonsina Russo ragionavamo sui 3000 turisti”, numero massimo di accessi applicato al Colosseo, raggiunto il quale il flusso d’ingresso viene fermato e regolamentato (con un ingresso solo dopo un’uscita).
“Dobbiamo introdurre misure del genere anche in altre situazioni – dice Bonisoli -. Se non lo facciamo, si regolano da soli e l’autoregolazione non è mai una cosa positiva. L’attenzione che ho visto qui al Colosseo vorrei venisse applicata anche in altri luoghi con l’obbiettivo di rendere un luogo, un monumento, un museo più fruibile. Più fruibile – aggiunge – vuol dire che ci deve essere dentro il numero giusto di persone. Ovvero che non facciano danni, ma anche che abbiano una densità per metro quadro tale per cui si riesce a vedere un quadro per un minuto, invece che per tre secondi. Non c’è una regola, non sto parlando di un algoritmo. Sono cose si provano, fino a trovare la misura giusta”. Alla domanda se via già qualche sito in mente, il ministro risponde: “Ci sono 4600 musei in Italia”.