Da Unesco sì a candidatura ‘Cerca e cavatura del tartufo’: a dicembre l’esito finale


Passo in avanti per l’ingresso nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanita della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia’ che a Parigi ha ottenuto il sì ufficiale alla candidatura del comitato degli esperti mondiali Unesco. Un via libera atteso dai numerosi territori tartufigeni italiani, dal Piemonte alla Lombardia e Liguria, Toscana e Emilia Romagna, dall’Umbria alle Marche, insieme a Molise, Abruzzo, Lazio, Campania, la Murgia, Calabria fino alla Sicilia e il tavoliere cagliaritano in Sardegna, dove questa pratica tradizionale del mondo rurale attiva un turismo destagionalizzato e una ristorazione capace di attirare turisti internazionali del gusto.
La decisione verrà presa dal 13 al 18 dicembre. A completamento di un iter di candidatura formalmente avviata dal ministero dei Beni Culturali, a firma dell’attuale ministro Dario Franceschini, nel marzo 2020. Il dossier ha evidenziato come la ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia’ rappresenti un patrimonio culturale immateriale di conoscenze e pratiche tramandate oralmente per secoli che caratterizzano interi gruppo di praticanti chiamati tartufai.
Per Coldiretti, “la candidatura del tartufo a patrimonio mondiale dell’umanità è un passo importante per difendere un sistema segnato da uno speciale rapporto che sviluppa un business che si stima in oltre mezzo miliardo di euro”.

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