Un crollo della spesa della famiglie italiane per cultura e ricreazione che si attesta a 56 miliardi di euro complessivi, dato che riporta all’anno 2000; un calo di spesa media mensile del 26% (per spettacoli e cultura si passa da 127 euro spesi a 93 euro al mese), con le sottovoci pacchetti vacanza e servizi ricreativi e culturali che perdono rispettivamente il 56,8% e il 37,3%. E poi la fruizione di concerti e spettacoli teatrali a -23 % e le visite ai musei a -14 %, mentre il turismo vede una perdita di 27 miliardi di euro (-61%) in termini di spesa dei turisti stranieri, i cui arrivi scendono da 65 a 16 milioni di euro.
È stato senza dubbio un “annus horribilis” il 2020 per il mondo della cultura, come conferma il 17° Rapporto Annuale di Federculture presentato oggi a Roma alla presenza del Ministro della Cultura Dario Franceschini, in occasione dell’assemblea Generale della Federazione. Secondo un’indagine sul campo condotta da Federculture, il 62% delle imprese dichiara impatti sul proprio bilancio fino al 60%, e circa il 70% ha fatto ricorso a Cig o Fis. Ma la totalità delle grandi imprese e più dell’80% sia di imprese medio piccole che medio grandi (il 67% di quelle piccole) ha fatto ricorso ai sostegni statali, giudicandoli positivamente per il 54%. Pensando al futuro, più del 70% degli intervistati ritiene opportuno rendere detraibili per i cittadini le spese per i consumi culturali e oltre la metà pensa che si dovrebbe estendere la possibilità di utilizzo dell’art bonus.