giovedì, 14 Novembre 2024

Giornata Nazionale Piccoli Musei, occasione per riscoprire il patrimonio italiano e non solo

I Piccoli Musei italiani sono un vero e proprio scrigno ricco di meraviglie  distribuite in tutto lo Stivale. Chi li visita, spesso gratuitamente, oltre allo stupore della conoscenza, vive il calore di un’accoglienza autentica.

Per far conoscere queste piccole strutture è stato realizzato il ‘Grand Tour dei Musei Sorridenti’ (una mappa dei musei più abili nel prestare una particolare cura al visitatore) e la Giornata Nazionale dei Piccoli Musei, la cui 1^ edizione è in programma il prossimo 18 giugno.

I piccoli musei rappresentano il 98% delle realtà espositive nazionali: a censirli, promuoverli e riunirli sotto un’unica voce ci pensa da 7 anni l’Associazione Nazionale Piccoli Musei – APM, che cerca di risolvere le difficoltà che strutture come queste affrontano quotidianamente. Ovviamente è impossibile confrontarsi con strutture come gli Uffizi o la Pinacoteca di Brera, come è impossibile garantire un’apertura 6 giorni su 7 per 8 ore al giorno. L’obiettivo di questi musei , infatti, è differenziarsi proponendo un’esperienza resa unica dal contributo umano di gestori che sono vere e proprie guide private per il visitatore.

“La grande realtà museale italiana è data dai piccoli musei, anche se di preciso nessuno sa quanti siano. Secondo l’Istat e il Mibact sono circa 4600, secondo noi più del doppio, almeno 10.000 – spiega Giancarlo Dall’Ara, fondatore dell’APM – le politiche sono fatte sui grandi musei, che sono un’eccezione, meravigliosa senza dubbio, ma non sono la norma.

Noi abbiamo proposto di distinguere i piccoli musei dai grandi. Noi piccoli non siamo musei incompiuti o in versione ridotta. Siamo diversi  – prosegue – più piccoli in termini di dimensione e personale, ma molto più radicati nella comunità perché il nostro è un legame fortissimo con il territorio. È questo l’elemento identitario che ci rende unici”.

Nel corso della 1^Giornata Nazionale dei Piccoli Musei, “gli utenti si troveranno di fronte a un gesto di accoglienza tangibile. Ognuno riceverà un dono: non merchandising ma l’identità stessa del museo – prosegue Dall’Ara – magari 3 semi di un pomodoro antico o un brano suonato su uno strumento d’epoca”.

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