La distruzione del tempio di Baal Shamin a Palmira compiuta dall’Isis è un “crimine di guerra” secondo l’Unesco mentre dalla comunità internazionale si leva un coro unanime di condanna e di sdegno.
“Tali atti costituiscono un crimine di guerra, e i responsabili dovranno rispondere delle loro azioni”, tuona il direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova, che parla di “una perdita considerevole per il popolo siriano e l’umanità” a causa del vandalismo estremista.
Parole simili anche dal governo italiano, che auspica un intervento a tutela del patrimonio culturale a rischio in Medio Oriente. “Certamente c’è il dovere di intervenire per tutelare i beni culturali. È molto difficile farlo nelle zone di guerra ma si può fare nelle zone a rischio ed in quelle immediatamente liberate dal conflitto”, ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
La distruzione del tempio di Baal Shamin e di altri tesori archeologici “deve scuotere la comunità internazionale, e spingerla, sull’onda della proposta italiana dei Caschi Blu della Cultura e della dichiarazione di Milano siglata lo scorso luglio da 83 Paesi presenti a Expo, a dotarsi di tutti gli strumenti necessari per impedire un simile scempio”, ha fatto eco il ministro dei Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini, esprimendo il supporto dell’Italia all’azione dell’Unesco per la tutela del patrimonio religioso e culturale mondiale.
Anche il ministero degli Esteri francese ha voluto esprimere la sua “condanna” per la distruzione del prezioso reperto: “le distruzioni commesse dall’Isis contro siti storici e religiosi importanti in Siria e in Iraq confermano la volontà del gruppo terrorista di annientare la diversità culturale multimillenaria del Medio Oriente”.