venerdì, 29 Marzo 2024

Ita ha fretta di chiudere vendita, Altavilla rassicura

La privatizzazione di Ita va avanti senza particolari ritardi. La data room si chiuderà con un minimo slittamento, dal 30 giugno al 5 luglio, “sostanzialmente nei tempi”. Poi il Mef sceglierà a quale delle due cordate in campo (Msc-Lufthansa e Certares-Air France-Delta) affidare il futuro della compagnia. La rassicurazione arriva dal presidente Alfredo Altavilla, che ha approfittato del convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria a Rapallo, per “sfatare un po’ di miti e di inesattezze di questi giorni”.

Il riferimento è alle notizie apparse sui quotidiani, che riportavano una certa preoccupazione degli attori internazionali in campo per il rallentamento delle procedure. “Il processo di data room è assolutamente standard. Alla Presidenza del Consiglio riconosco il merito di mantenere una tempistica estremamente stretta in questo processo per evitare le classiche lungaggini degli italiani”, ha precisato quindi Altavilla guardando a Palazzo Chigi, dove sarebbe stata recapitata la lettera di ‘doleance’ di Lufthansa.

“Il vero problema è fare la scelta giusta: fare la scelta giusta significa trovare, per questa compagnia, un partner industriale solido. Qui dobbiamo essere molto attenti”, ha quindi avvertito. In ballo c’è la stessa “sopravvivenza” dei lavoratori e della compagnia. Ora che il mercato è in forte ripresa e che i cieli stanno tornando a riempirsi di aerei, solo un partner industriale potrà infatti permettere ad Ita di espandere la flotta ed avere accesso a un network di destinazione molto più ampio e molto più redditizio. E questa “è l’unica condizione per garantire una sopravvivenza non solo alle persone che sono passate a lavorare con noi, ma soprattutto per dare alla compagnia una solidità finanziaria”, ha chiarito ancora il numero uno della compagnia.

Sui tempi per arrivare alla scelta finale lo sguardo è quindi rivolto direttamente a via XX Settembre: “Sarebbe un gravissimo problema se non si sapesse entro l’estate: il tempo distrugge valore – ha insistito il manager – Non è Altavilla che ha fretta, non è la compagnia che ha fretta: qui è l’Italia che deve avere fretta, perché ne vale del futuro della compagnia”. Anche perché la congiuntura economica è quanto mai incerta e i prezzi dei carburanti stanno mettendo il comparto alla prova. I dati parlano da soli: dai 640 dollari a tonnellata su cui Ita ha costruito il budget del 2022 si è passati oggi a 1.420 dollari.

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