Dopo 5 mesi di lavoro e con davanti un paio di settimane scarse per rispettare il termine del 30 aprile, il progetto capeggiato da Ferrovie dello Stato per la nuova Alitalia è appeso ad una decisione politica. Quello che serve è un partner a mercato e si continua a guardare ad Atlantia.
Ma sulla holding infrastrutturale dei Benetton, che fonti della società ribadiscono non ha “interesse a partecipare all’operazione”, c’è il veto che il M5s ha posto nel momento del crollo del Ponte Morandi. Ecco perche il dossier, che nelle ultime settimane ha visto scendere in campo anche la Lega attraverso il sottosegretario dei trasporti Armando Siri, potrebbe presto passare sul tavolo di Palazzo Chigi.
Il premier, secondo indiscrezioni, potrebbe incontrare nei prossimi giorni l’ad di Fs Gianfranco Battisti, mentre non trova ancora conferma la voce di un incontro in settimana a Palazzo Chigi anche con i vicepremier e i ministri coinvolti nel dossier.
Quello che è certo è che la settimana che si apre e la successiva saranno decisive per il destino della compagnia da quasi due anni in amministrazione straordinaria. Perché, sebbene dall’azienda assicurino che con la liquidità in cassa si arriva tranquillamente fino all’anno prossimo, se dovesse fallire il progetto affidato a Fs (cui manca ancora la copertura per il 40% della newco per la nuova compagnia), la palla tornerà nelle mani dei commissari, che hanno una strada obbligata: “per legge – ha spiegato Daniele Discepolo in audizione – , se i commissari non riescono a cedere la compagnia devono metterla in liquidazione, non ci sono alternative”. E alla finestra, ad attendere, c’è già Lufthansa.
Intanto in settimana si riunirà l’assemblea di Atlantia, giovedì 18, che però all’ordine del giorno ha solo il bilancio e la nomina del nuovo cda. A volere chiarezza sono anche i sindacati, che giovedì avranno un incontro informale con i commissari straordinari e che sono pronti ad una nuova mobilitazione senza una convocazione da parte del Governo.