Ancora nulla di ufficiale sulle richieste di Etihad per l'investimento in Alitalia. Ma cresce la preoccupazione dei sindacati per la situazione di incertezza e soprattutto per il rincorrersi di indiscrezioni sul rischio di ulteriori esuberi, che potrebbero arrivare fino a 3.100 unità. E per verificare l'attendibilità dei numeri che circolano, non resta che aspettare la lettera d'intenti della compagnia di Abu Dhabi che, attesa ormai da più di una settimana (la due diligence sui conti sarebbe stata conclusa mercoledì scorso), potrebbe essere recapitata a Roma nel week end.
Nello specifico, per Alitalia Etihad sarebbe intenzionata a chiedere esuberi (convertendo la cig a rotazione o la solidarietà in cig a zero ore) da un minino di 2.500 ad un massimo di circa 3.100, coinvolgendo i circa 900 dipendenti che stanno facendo la cig a zero ore su base volontaria e quelli coinvolti dall'ultimo accordo di febbraio (1.437 con cig a rotazione nel personale di terra e 800 contratti di solidarietà nel personale di volo). Ma sul fronte dei tagli al costo del lavoro potrebbe arrivare anche una richiesta di riduzione degli stipendi (su questo, intanto, Alitalia sta per chiedere ai circa 80 comandanti istruttori e controllori di ridursi in via volontaria del 20% l'indennità).
Tra le altre possibili condizioni del gruppo emiratino per decidere di investire 250-300 milioni in Alitalia, c'è poi la questione del debito della compagnia italiana, di cui Etihad vorrebbe una ristrutturazione per almeno 400 milioni. Nelle richieste di Abu Dhabi ci sarebbero anche il collegamento ad alta velocità con Fiumicino e la liberalizzazione degli slot di Linate.