domenica, 12 Maggio 2024

Cda Alitalia slitta a mercoledì aspettando le mosse dei francesi

Slitta il consiglio di amministrazione di Alitalia, convocato per mercoledì 13 novembre, anziché domani come previsto in un primo tempo, per "motivi organizzativi". All'ordine del giorno, secondo quanto si apprende, l'illustrazione del nuovo Piano per la compagnia e un aggiornamento sui numeri dell'aumento di capitale a 24 ore dalla scadenza dei termini per l'adesione.
Inoltre, secondo alcune indiscrezioni, si tratterebbe di un piano da 250 milioni di risparmi quello messo a punto dall'ad di Alitalia Gabriele Del Torchio, che sta rivedendo gli ultimi dettagli per presentarlo al consiglio di amministrazione di mercoledì. 
Al piano guardano con particolare attesa, oltre a migliaia di lavoratori preoccupati dalle ricadute occupazionali, anche i soci francesi di Air France-Klm, che da lì si aspettano di vedere soddisfatte le proprie "rigide" condizioni: dal rispetto dei paletti (riduzione dei costi e ristrutturazione del debito) posti al partner italiano, infatti, dipende la partecipazione all'aumento di capitale.
Che al momento però sembra molto remota. A sperarci è però il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. "Mi auguro – ha detto infatti – che Air France sia un interlocutore. Se deciderà di diluirsi al 6%, Alitalia come impresa privata credo che dovrà per forza trovare altri partner. Se Air France crede in Alitalia sottoscriverà l'aumento di capitale. Se non ci crede darà la possibilità ad Alitalia e al Governo di trovare un partner internazionale".
In ogni caso, non bisognerà aspettare molto per capire le mosse di Parigi. Il 14 novembre scadono infatti i termini per la sottoscrizione e con molta probabilità il gruppo franco-olandese non sborserà i 75 milioni della propria quota (25%), che oggi ne fa il primo azionista della compagnia italiana. Se Parigi non sottoscrivesse, secondo un report di Credit Suisse, si diluirebbe al 6%.
Al momento le adesioni sono ferme a 71 milioni (Intesa SanPaolo 26 milioni, Atlantia 26 milioni, Immsi 13 milioni e Maccagnani 6 milioni), cui vanno aggiunti altri 65 milioni versati da Intesa Sanpaolo e Unicredit (a valere sulla loro garanzia di 100 milioni), per un totale di 136 milioni. La soglia minima da raggiungere per considerare valido l'aumento (da 300 milioni) è di 240 milioni.

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