Smentite categoricamente i rumors su un possibile accordo tra Trenitalia e Alitalia. A gelare l'indiscrezione è stata la stessa compagnia smentendo "in modo assoluto e categorico" con una nota ogni ipotesi di accordo con il gruppo ferroviario pubblico guidato da Mauro Moretti. "Nulla del genere è allo studio", assicura la compagnia dopo che sembra naufragata anche l'ipotesi di un salvataggio da parte della Cassa depositi e prestiti. Tuttavia, per l'ex compagnia di bandiera con i conti traballanti e un 2013 che si preannuncia "molto difficile" per citare parole recenti dell'ad Andrea Ragnetti, un cambio di rotta sembra ormai più che necessario.
Fiaccata dalla lunga crisi, dai rialzi del petrolio (come le altre società aeree) e soprattutto dalla feroce concorrenza del Frecciarossa sulla tratta Roma-Milano, Alitalia ha archiviato un 2012 difficile con il patrimonio netto in calo intorno ai 200 milioni di euro secondo indiscrezioni, e si prepara a un 2013 con la prospettiva di ulteriori perdite. Né si profila un possibile aumento di capitale, smentito dal management nel cda di dicembre. "Abbiamo diverse opzioni e quando saranno mature decideranno gli azionisti" ha detto Ragnetti mostrandosi ottimista: "Ci sono davanti tre o quattro mesi difficili. Ma abbiamo in cassa le risorse necessarie per passarli e dall'estate si ripartirà". Ragnetti sembra aprire al socio francese. Occorrerà vedere se Air France risponderà.
Una diagnosi impietosa è stata tracciata da Vito Gamberale,'ad di F2i, il fondo che sta investendo fortemente nel sistema aeroportuale nazionale dopo che ha preso la maggioranza assoluta della società che gestisce l'aeroporto di Caselle ed è salito ad oltre il 44% della milanese Sea rafforzando il suo ruolo di secondo grande azionista ed entrando indirettamente anche nelle società degli scali di Bologna e Firenze. "I problemi non si sa quando e se verranno risolti – ha detto Gamberale – Alitalia ha un azionariato incerto nel futuro, un indebitamento quasi al limite e ha praticamente ridotto i voli".