mercoledì, 13 Novembre 2024

Ryanair vuole investire in Italia, ma togliete l’addizionale

Ryanair è pronta ad aumentare gli investimenti in Italia a patto che venga abolita l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco e vengano tagliati altri costi che rendono il Belpaese non competitivo rispetto agli altri. “L’Italia non ha un problema di tariffe, ma un problema di capienza, di mancanza di posti. Per garantire tariffe basse in Italia serve ridurre i costi che ci sono per le compagnie aeree ma questo purtroppo non sta avvenendo”, afferma il direttore commerciale di Ryanair, Jason McGuinness, in occasione del tavolo al Mimit sul trasporto aereo, sottolineando che l’Italia “non è competitiva”.

Il manager irlandese spiega che “non c’entra l’algoritmo, è roba senza senso, si sta abbaiando alla cosa sbagliata”. Sollecita quindi il governo ad “abolire” l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco, a “ridurre” il costo dei controllori del traffico aereo in Italia, che “è del 70% più alto che in Spagna”, ed “eliminare” il tetto all’aeroporto di Ciampino, al momento limitato “a tre voli l’ora”, per incrementare il numero di voli verso Sicilia e Sardegna. Per cui se il governo “accoglierà” queste tre condizioni, Ryanair aumenterà gli investimenti in Italia nei prossimi anni.

“Quest’anno abbiamo 100 aerei basati in Italia per un investimento di 10 miliardi di dollari e vogliamo aggiungerne altri 40 di aerei, arrivare a 140 e così trasportare verso l’Italia venti milioni in più di passeggeri l’anno, con la creazione di altri 20mila posti di lavoro”, ha detto McGuinness, facendo presente che Ryanair è “tra i principali investitori esteri” in Italia e “certamente il più grande investitore nell’Italia meridionale con 12 aerei basati in Sicilia e Sardegna, pari ad un investimento di 1,2 miliardi nelle due isole”.

 

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