L’industria dei congressi e degli eventi continua a crescere a livello mondiale, ma mentre in Europa la spesa per i viaggi d’affari rappresenta il 24% dell’intera spesa turistica, in Italia solo il 19%.
E se il Belpaese, nel 2013, era al 6/o posto della graduatoria mondiale dei Paesi che ospitano congressi internazionali, nella classifica come città la prima italiana era Roma, solo al 19/o posto, con 92 congressi internazionali. Vienna, che era in vetta, aveva ospitato oltre il 50% di eventi in più.
Insomma anche la meeting industry riflette quello che all’Italia capita nel turismo in generale: avrebbe potenzialità enormi, anche perché in Europa si svolge il 50% dei congressi internazionali, ma non riesce a sfruttarle e potrebbe fare molto di più.
In quest’ottica Federcongressi&eventi ha presentato a Roma due pubblicazioni volte a sensibilizzare le istituzioni – centrali, regionali e locali – sul valore dell’industria congressuale e sui benefici che l’Italia, a tutti i livelli, potrebbe ricevere da un loro pieno coinvolgimento nell’attività incoming. Si tratta del libro bianco del congressuale italiano e del Vademecum sul ruolo dei Comuni in questo settore.
“La nostra industria – spiega Mario Buscema, presidente di Federcongressi&eventi – non può più perdere tempo, lo stallo delle istituzioni ci penalizza mentre si avvicinano le importanti scadenze del 2015 (da Expo a Imex), alle quali dobbiamo presentarci nel migliore dei modi. L’industria italiana dei convegni, congressi ed eventi dà lavoro a 287.741 persone, di cui 190.125 dipendenti a tempo pieno e 97.616 professionisti autonomi. L’Italia è pronta a proporsi come destinazione a tutto tondo, forte del neo-costituito Convention Bureau Italia. L’alleanza con le altre associazioni è nata nell’ambito di un tavolo di coordinamento voluto da Andrea Babbi, direttore generale dell’Enit. Ora s’è tutto un po’ arenato, a causa dello stallo dell’Enit, in attesa dell’approvazione del piano di rilancio ma ogni giorno che passa è per noi e per l’Italia un danno”.
Nel libro bianco, presentato dall’autrice, Gabriella Ghigi, si trova un’analisi sui punti di forza e di debolezza dell’offerta nazionale ma anche le proprie proposte sugli ambiti di attività nei quali la politica potrebbe dare una mano qualificata ed efficace.
Il vademecum sul ruolo dei Comuni nell’incoming congressuale è stato realizzato in collaborazione con l’Anci e parte dal fatto che il turista congressuale è un ospite molto importante e va trattato con i guanti. “Anche se la durata del meeting è breve – come spiega il presidente dell’Anci e sindaco di Torino Piero Fassino – le ricadute positive sulla città ospite sono innumerevoli”. Il Vademecum è stato stampato in cinquemila copie e verrà divulgato agli assessorati al Turismo di altrettanti Comuni.