Dopo aver rivolto al Governo appelli di aiuto rimasti inascoltati, il settore dei congressi, dei convegni e degli eventi aziendali sta manifestando nel pieno rispetto delle normative Covid19 davanti a Palazzo Chigi. “Il nostro è l’unico settore che dall’inizio dell’emergenza Covid19 è sempre rimasto sostanzialmente chiuso e che non ha avuto attenzioni da parte del Governo – commentano i rappresentanti dei manifestanti – Il Dpcm di agosto aveva sì riaperto le nostre attività che, però, sono state subito bloccate dal Dpcm di ottobre: abbiamo lavorato con le briciole e ora non abbiamo più nemmeno quelle. Ci sentiamo abbandonati: le nostre imprese, e parliamo soprattutto di PMI, stanno affrontando una crisi senza precedenti che si traduce in un drammatico calo di oltre l’80% del fatturato. Sono state ferme ieri, lo sono oggi e lo rimarranno per mesi e mesi perché congressi, convegni ed eventi aziendali hanno bisogno di lunghi tempi di programmazione. Non chiediamo sussidi ma ristori che ci permettano di tenere aperte le aziende e di non licenziare i nostri dipendenti”.
“Siamo professionisti resilienti: per cercare di resistere alla drammatica crisi molte delle nostre aziende stanno organizzando congressi ed eventi virtuali come consentito dai Dpcm di ottobre. Ma stiamo affogando: un evento digitale vale il 30% del fatturato di un evento in presenza e l’occupazione viene tagliata del 50%. Il digitale non è una soluzione per il nostro settore”.
“Poiché anche dopo una futura riapertura, che non vediamo a breve, il settore avrà bisogno di almeno 12 mesi per tornare a un livello minimo di regime chiediamo al Governo ristori e ammortizzatori sociali ad hoc. Abbiamo bisogno di prolungare la cassa integrazione sino a settembre 2021, di ammortizzare le perdite degli esercizi 2020 e 2021 in 5 anni, di contare su un nuovo strumento di finanziamento per le aziende e professionisti del settore e di vedere ristorate le ingenti spese sostenute per adeguarci ai protocolli anti Covid19. È poi fondamentale aumentare il fondo stanziato dal Mibact per il nostro settore e allargarlo agli Ateco delle nostre attività che non sono riassumibili in un unico codice: attualmente parliamo di 20 milioni di euro, una cifra offensiva che si traduce nella somma ridicola di 2/3 mila euro per impresa. Aderiamo alla battaglia perché tutto il comparto delle imprese culturali e creative, cui apparteniamo, abbia un riconoscimento unitario e una centralità nella ripartenza”.
La manifestazione è indetta da Federcongressi&eventi con l’adesione di: ADMEI – Association of Destination Management Executives International, Alleanza Cooperative Italiane, Associazione Internazionale Interpreti di Conferenza in Italia, Associazione Nazionale Banqueting e Catering, Club degli Eventi e della Live Communication, Convention Bureau Italia, ICCA Italian Committee, MPI- Meeting Professionals International Italia Chapter e SITE – Society for Incentive Travel Excellence – Italy Chapter. Queste 10 realtà associative, organizzative e imprenditoriali italiane e internazionali da marzo si sono unite nel progetto #ItaliaLive, iniziativa che ha l’obiettivo di far pervenire al Governo le proposte per l’attivazione di interventi economici a tutela del settore nell’ottica della ripresa del Paese.