venerdì, 29 Marzo 2024

Viaggi d’affari, nel 2015 si registra un +4,5%, mete al top Usa e Brasile 

Nel 2015 i viaggi d’affari delle imprese italiane sono cresciuti nel 2015 del 3,3% rispetto al 2014 raggiungendo quota 31,8 milioni e sono ottime anche le previsioni per il 2016. 

L’incremento del 2015 riguarda tutti i segmenti, compreso quello intercontinentale che, pur registrando la performance peggiore (+1,7%) a causa dell’indebolimento della domanda dei Paesi emergenti e dell’aumentato livello di rischio in diverse aree, è sostenuto dalla crescita degli investimenti diretti esteri delle aziende italiane.

Stati Uniti e Brasile sono i paesi a registrare la maggiore crescita, mentre frenano i viaggi verso la Cina. In Europa crescono le trasferte verso Germania e Francia.
È quanto rivelano i dati dell’Osservatorio Business Travel (OBT) presentati dalla rivista ‘Turismo d’Affari’ alla Bit di Milano.

L’escursionismo d’affari in aumento del 4,5% influisce negativamente sulla durata media dei viaggi. Quest’ultima diminuisce grazie alla crescita delle opportunità di trasporto e per la convinzione degli uffici viaggi di poter risparmiare effettuando trasferte in giornata. L’aumento dei pernottamenti si ferma infatti al 2%. Nel 2015 la spesa per i viaggi d’affari è arrivata a 19,5 miliardi di euro (+2%). Differenti le dinamiche sui segmenti nazionale (+3,3%) e internazionale (+1,2%) soprattutto a causa dei prezzi dei servizi travel, in diminuzione sul mercato internazionale, mentre in Italia il calo del costo dei carburanti è stato in parte bilanciato da importanti aumenti nel costo dei passaggi aerei e degli hotel.

Per quanto riguarda le prospettive per il 2016, gli operatori ritengono che a crescere saranno soprattutto spesa e trasferte sui mercati ‘core’ per il terziario ovvero i segmenti nazionale ed europeo. Nel complesso le valutazioni dei travel manager indicano un aumento della spesa, in termini nominali, tra 2,5 e 4,5%. La proiezione sconta le positive prospettive di crescita per l’economia nazionale, la rivalutazione del dollaro e prezzi del petrolio stabili. Le incertezze sono legate soprattutto alle prospettive di crescita economica nei Paesi emergenti, a cominciare dalla Cina. 

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