“Tardiva ed errata” attivazione delle procedure d’emergenza, dopo l’avaria al timone. E’ racchiuso in due aggettivi l’atto d”accusa’ che i consulenti dei Pm di Venezia lanciano a chi era al comando della ‘Mcs Opera’ per l’incidente del 2 giugno 2019, quando la nave da crociera finì fuori controllo nel canale della Giudecca, andandosi a schiantare su un battello fluviale carico di turisti, dopo aver sbattuto contro la banchina di San Basilio.
Uno schianto che, sotto il profilo mediatico, con i video della nave che sbandava a destra e sinistra, rese chiara al mondo l’urgenza del problema ‘giganti del mare’ in bacino di San Marco. Il crash provocò gravi danni, ma fortunatamente un bilancio di soli 4 feriti lievi, turiste americane, australiane e neozelandesi, dimesse poco dopo.
La paura tuttavia fu grande. Ora i consulenti tecnici della Procura della Repubblica lagunare hanno consegnato la loro relazione, dopo quasi nove mesi dall’avvio dell’atto irripetibile sull’incidente; entro l’inizio di maggio sono attese le conclusioni dei consulenti della difesa e della parte offesa.
Tra le altre conclusioni, figurerebbe che i due piloti del Porto quando salirono a bordo non furono informati dell’allarme segnalato dalla sala macchine, mentre i piloti dei rimorchiatori avrebbero fatto ciò che potevano. Il fascicolo era stato aperto per violazione dell’articolo 1123 del Codice della navigazione e per il reato di pericolo di naufragio colposo. Sono 7 le persone indagate. Parte offesa è la società “River Countess” proprietaria del battello fluviale travolto dalla Msc Opera.