sabato, 23 Novembre 2024

Bruxelles prova a salvare il turismo europeo già da quest’estate

Gli europei possono ancora sperare di andare in vacanza. Ma per farlo servirà collaborazione. Mentre in tutta Europa serpeggia lo scetticismo sul ‘diritto alle ferie’ estive – tra chi, come Emmanuel Macron e Angela Merkel, frena, e chi, come Austria, Croazia e Repubblica Ceca, si dice pronto ad accordi bilaterali o a iniziative che suscitano perplessità come il ‘passaporto sanitario’ – la Commissione Ue lima gli ultimi dettagli per presentare mercoledì le sue linee guida comuni per il turismo, i trasporti e la connettività.

La volontà di Bruxelles è “consentire a tutti di beneficiare di una stagione turistica riposante e soprattutto sicura”, senza discriminazioni di nazionalità o azioni unilaterali. Anche perché in gioco non c’è solamente il riposo dei cittadini, ma soprattutto la salvezza del mercato unico e di un settore, quello turistico, che vale il 10% del Pil Ue a 27, cioè circa 1.400 miliardi di euro.

Fermo restando che a sancire la possibilità di viaggiare sarà comunque l’andamento della curva dei contagi, “i mesi a venire non dovrebbero essere persi per il vivace ecosistema turistico europeo”, ammonisce la Commissione Ue, che mette in guardia i governi: la prima cosa da fare sarà riaprire Schengen.

“Le restrizioni ai viaggi dovrebbero essere revocate in modo graduale e coordinato”, evitando la creazione di corridoi turistici ‘esclusivi’ tra alcuni Stati membri. Un’iniziativa che potrebbe discriminare l’Italia, più ferita degli altri dalla pandemia, e che lo stesso ministro Dario Franceschini ha cercato di scongiurare, concordando con il suo omologo tedesco Thomas Bareiss sulla necessità di soluzioni europee.

Un compito a cui la Commissione Ue sta lavorando mettendo a punto diverse raccomandazioni. Dal distanziamento sociale in ristoranti, bar e mezzi di trasporto (compresi gli aerei), all’uso delle app nazionali di tracciamento del contagio capaci di dialogare tra loro nei diversi Stati membri. Ma non solo: si pensa anche a protocolli per la quarantena nel caso ci si ammali in viaggio; operazioni di disinfezione con l’aiuto di intelligenza artificiale e robotica; gestione del flusso di turisti con misure come tetti ai pernottamenti in una determinata regione o ai visitatori per i siti culturali. Oppure la pianificazione del tempo per coloro che intendono visitare un museo o cenare in un ristorante.

Un capitolo a parte è poi tutto dedicato alla tutela dei diritti dei passeggeri tramite l’assicurazione di rimborsi o voucher per chi non fosse nelle condizioni di viaggiare. Oltre ai turisti, c’è da pensare anche ai lavoratori del settore, che arrivano alla stagione estiva con l’acqua alla gola. Una priorità di cui tenere conto nella difficile partita politica sul Recovery Fund. “Almeno un quinto delle risorse” del fondo “dovrebbero essere destinate al turismo”, è la proposta del commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton, per “reinventare” il comparto secondo tre linee direttrici: “sostenibilità, digitalizzazione e resilienza”.

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