martedì, 19 Novembre 2024

Booking.com finisce nel mirino dell’Antitrust

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Booking.com (Italia) srl, Booking.com B.V. e Booking.com International B.V. per accertare un presunto abuso di posizione dominante nel mercato dei servizi online di intermediazione e prenotazione di strutture alberghiere.

In particolare, fa sapere l’Authority, Booking conferirebbe alle strutture alberghiere che fanno parte del Programma Partner Preferiti (e della sua estensione Preferiti Plus) vantaggi in termini di visibilità della propria offerta nei risultati di ricerca, a fronte di commissioni più elevate e dell’impegno a offrire su booking.com prezzi ‘competitivi’, ovvero non più elevati di quelli che le strutture applicano sul proprio sito o sulle piattaforme di altre agenzie di viaggio online. Al contempo, quando riscontra, all’esito di un monitoraggio capillare e sofisticato, che una struttura offre prezzi migliori su altri siti online, Booking si riserva la possibilità di applicare, senza il consenso delle strutture, uno sconto (il cosiddetto ‘Booking Sponsored Benefit’) per allineare l’offerta di Booking.com alla migliore tra quelle disponibili online.

Nel suo insieme questa strategia – secondo l’Autorità – sembra idonea ad ostacolare lo svolgimento di una concorrenza effettiva nel mercato, quantomeno nazionale, dei servizi online di intermediazione e prenotazione alberghiera, a danno di altre agenzie di viaggio online con effetti negativi sulle strutture ricettive e, in ultima analisi, sui consumatori in termini di maggiori prezzi e minore scelta nei servizi di intermediazione e prenotazione online.

In relazione all’avvio della procedura istruttoria da parte dell’Antitrust, Booking.com inoltra la propria dichiarazione: “possiamo confermare che stiamo pienamente collaborando con la Guardia di Finanza e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ieri hanno svolto delle ispezioni nei nostri uffici in Italia”.

“Qualsiasi limite alla concorrenza tra operatori provoca un danno dai consumatori e si riflette in un incremento delle tariffe praticate agli utenti – commenta il Codacons -. I risultati che questi siti propongono agli utenti devono essere incentrati sulla massima trasparenza e non devono essere previste politiche che restringano la concorrenza di altri operatori, o che limitino la possibilità per le stesse strutture di applicare tariffe inferiori su altri canali – spiega il Codacons – In tal senso l’indagine dell’Antitrust va nella giusta direzione, anche in considerazione del fatto che le tariffe delle strutture ricettive hanno subito sensibili rialzi nell’ultimo periodo, con alberghi, B&B, pensioni, motel ecc. che in Italia hanno aumentato i listini in media dell’1,7% nel 2023. Un trend che, purtroppo, prosegue senza sosta: nell’ultimo mese, secondo i dati Istat, i servizi di alloggi hanno subito un ulteriore rincaro del 6% su anno”.

“Si faccia subito chiarezza. Per avere concorrenza occorre perfetta informazione e trasparenza dell’offerta”, chiede dal canto suo il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona. “La comparazione dei prezzi, però, funziona se le informazioni sono corrette e affidabili, quindi ad esempio se il prezzo sui siti internet è vero, è quello realmente praticato, non un prezzo gonfiato rispetto a quello che si ottiene chiamando direttamente l’albergo o se l’ordine dei risultati è falsato dalle commissioni pagate alla piattaforma”.

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