giovedì, 25 Aprile 2024

Brexit al via: cambiamenti ‘sostanziali’ per i viaggi Ue-Regno Unito

Che si viaggi per lavoro o ci si sposti per necessità, a partire dal 1 gennaio 2021 saranno introdotti cambiamenti “sostanziali” nei viaggi fra Regno Unito e Ue, in coincidenza con la fine del periodo di transizione per la Brexit. Lo ha sottolineato il ministro britannico Michael Gove, affermando che saranno possibili “intoppi” per via di “cambiamenti pratici e procedurali” e invitando coloro che intendono spostarsi ad attrezzarsi di conseguenza, assicurandosi di avere assicurazioni complete sui viaggi e verificando lo status del roaming telefonico con i provider.

L’accordo infatti è stato siglato fatto alla vigilia di Natale e la svolta più immediata e largamente preannunciata riguarderà, in senso più severo e restrittivo, appunto le regole sugli spostamenti. Quindi, dal nuovo anno, la libertà di movimento come intesa sino ad oggi cessa di esistere.

Sarà necessario il passaporto (senza visto) per viaggiare nel Regno Unito e restarci fino a tre mesi. Per un periodo più lungo, nel caso in cui si intenda soggiornare per ragioni di lavoro o di studio, occorreranno invece visti analoghi a quelli richiesti attualmente agli stranieri non comunitari. Ma non finisce qui. Per limitare gli ingressi, anche dall’Ue, vengono introdotte liste di priorità legate al possesso di un contratto di lavoro già garantito, con un salario minimo annuo lordo da 25.600 sterline. Il tutto all’interno di un sistema di filtro degli ingressi Oltremanica a punti in cui si valuterà fra l’altro il livello delle proprie specializzazioni e la padronanza della lingua inglese.

Quanto a coloro che sono già residenti sull’isola (circa 4 milioni di europei, inclusi oltre 700.000 italiani), il mantenimento dei diritti pre Brexit resta soggetto all’iscrizione, al più tardi entro giugno 2021, nel registro del cosiddetto ‘Eu Settlement Scheme’, istituito in forma digitale presso l’Home Office a tutela di un trattamento equiparato a quello dei cittadini britannici.

Ma per i nuovi venuti, giovani in primis, la musica avrà un altro spartito. E i cambiamenti sono destinati a coinvolgere chi sogna Oxford e Cambridge o una delle tante altre università britanniche dove le presenze italiane sono una costante consolidata. Chi vi s’iscriverà dal 2021 pagherà una retta piena, al pari degli extracomunitari, che a seconda degli atenei può arrivare fino all’equivalente di oltre 30.000 euro per anno accademico.

Inoltre la Gran Bretagna esce dal programma Erasmus di scambi fra studenti europei, considerato troppo oneroso dal governo Tory di Boris Johnson e utilizzato finora più dai ragazzi continentali per periodi di studio sull’isola che non dai giovani britannici attratti dagli atenei dei Paesi Ue. Un programma che Londra ha annunciato di voler sostituire con un nuovo schema di scambi globali, allargato agli atenei americani o asiatici, e intitolato al matematico inglese Alan Turing.

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