Assembramenti, feste e primi cluster. Dalle città la paura di una risalita dei contagi si estende alle località delle vacanze, soprattutto le mete più gettonate del turismo giovanile scenario della movida estiva. Timori che in alcuni casi sembrano giustificati dai numeri. Da sempre una calamita per i giovanissimi in cerca di divertimento, Rimini contende ora a Bologna il primato dei nuovi casi di contagio nell’intera Emilia Romagna. Fanno pensare anche i dati sulla pandemia in Puglia, con la provincia di Lecce, che comprende le principali località del Salento, in testa ai contagi.
Per prevenire e limitare i danni i sindaci dei centri della movida rispolverano obblighi e divieti che sembravano ormai archiviati: mascherine anche all’aperto, sul litorale pontino, e limitazioni sulla vendita e il consumo di alcool.
La paura è palpabile nelle Eolie e in particolare a Stromboli, dove tutto è cominciato sabato scorso con l’arrivo di una turista, che qualche giorno dopo è risultata positiva al Covid 19. In una settimana i contagi sono saliti a 14. Colpiti dal virus anche quattro camerieri di un ristorante, chiuso per precauzione. E il termometro della preoccupazione dilagante sono le file crescenti per i tamponi di isolani e vacanzieri. Movida scatenata a Salina, dove la situazione è però al momento migliore di quella di Stromboli con un giovane positivo e una decina di persone in quarantena.
Alcuni sindaci si sono mossi per tempo. A Otranto, presa anche quest’anno d’assalto dai turisti nonostante la pandemia, dall’inizio della stagione è tornato l’obbligo di mascherina all’aperto per chi passeggia negli stretti vicoli del centro storico, adottato anche l’anno scorso. La stessa misura è stata appena reintrodotta , dopo la stagione scorsa, nell’isola di Ponza e a San Felice Circeo, mete di riferimento per la movida soprattutto dei giovani del Lazio e della Campania. Dove sono entrate in vigore anche altre restrizioni anti-Covid, con limitazioni per la vendita e il consumo di alcolici.