giovedì, 14 Novembre 2024

Fai: istituzioni ignorano patrimonio italiano

Borletti Buitoni: serve inversione di rotta, più investimenti creerebbero anche lavoro

Le istituzioni prestano poca attenzione al patrimonio artistico e culturale dell'Italia. A lanciare l'allarme è il Fai che nel corso del convegno "Sotto la cenere. Ruolo e storie di un Paese che resiste" organizzato a Napoli, chiede una "inversione di rotta". Se da parte dello Stato si investisse di più, è il ragionamento dei volontari del Fai, allora crescerebbero anche sviluppo e occupazione.
"Serve un risveglio delle istituzioni – ha sottolineato Ilaria Borletti Buitoni, presidente del Fai affinché ci sia sviluppo nel nostro Paese".  All'Italia servono, per Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente onorario del Fai, "rispetto, morale e amore", cose che, dal suo punto di vista, "al momento non ci sono". Spazio sì ai privati nel recupero e restauro dei beni artistici italiani, ma occorre dare il buon esempio. "Se lo Stato non investe – ha detto David Freedberg, direttore dell'Accademia italiana per gli Studi avanzati della Columbia University – perché i privati dovrebbero fare delle donazioni? Negli Stati Uniti, siamo perplessi di fronte all'atteggiamento del ministero per i Beni culturali che non investe per l'immenso patrimonio artistico italiano". E se l'Italia, da sola non ha sufficienti risorse, per Marc Fumaroli, dell'Accademia di Parigi, "può chiedere l'intervento degli altri Stati europei". "Non investire in cultura, in Italia, è un crimine economico" ha concluso l'economista Marco Vitale.

 

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