“Quindici giorni fa registravamo il tutto esaurito per la montagna e ancora oggi non ci risulta una valanga di disdette”. A spiegarlo, in un’intervista a QN, Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. “La preoccupazione c’è – ammette Bocca – Il pericolo maggiore è che fra le persone torni la paura, psicologicamente la peggiore nemica del turismo. Non vorremmo si ripetesse quel che è successo l’anno scorso con gli italiani con la valigia in mano che dalla sera alla mattina si sono ritrovati gli impianti sciistici chiusi. Così si mettono a rischio migliaia di posti di lavoro e la sopravvivenza stessa delle imprese”. In questo caso, “tenendo conto della flessibilità delle cancellazioni, a ridosso delle partenze assisteremmo a una valanga di disdette”. Per evitare questo pericolo, “servono regole severe e le più chiare possibili evitando sia di perdere tempo nel deciderle sia di creare confusione”.
Dal canto suo, il presidente di Enit, Giorgio Palmucci, intervenendo alla giornata conclusiva della 22/a edizione della Bitm a Trento, ha ricordato come la montagna, “in questo periodo di pandemia ha vissuto un’estate positiva, ma usciamo da 18 mesi disastrosi, in cui abbiamo visto anche il totale blocco dell’attività turistica. Oggi non possiamo dare sicurezze al 100%, ma l’Italia a livello di campagna vaccinale è ai primi posti rispetto ad altri Paesi”.