Dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001, la percezione degli aeroporti è cambiata drasticamente e gli scali di tutto il mondo sono stati sottoposti ad una vera e propria 'rivoluzione' dei sistemi di sicurezza, con un susseguirsi di divieti e controlli sempre più ferrei.
Solo 48 ore dopo gli attacchi, sugli aerei di tutto il mondo fu proibito l'accesso di qualsiasi tipo di coltellino, prima tollerato se lungo al massimo 100 mm, mentre dal novembre del 2001 la sicurezza negli scali Usa è affidata ad un'agenzia del Dipartimento di Stato, l'Amministrazione per la Sicurezza dei Trasporti (Tsa).
Il mese dopo, Richard Reid tentò di far saltare il volo Parigi-Miami nascondendo un ordigno nelle scarpe. Da allora, in tutti gli scali Usa ma anche in diversi aeroporti del pianeta, il controllo delle scarpe dei passeggeri é diventato di routine.
Nel 2006, è stata varata la misura forse più rigorosa: qualsiasi tipo di liquido (gel, creme, bagnoschiuma, acqua, bibite, profumi) è stato bandito dal bagaglio a mano se in quantità superiore a 100 ml.
Tre anni dopo, il fallito attentato del nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab, che aveva nascosto dell'esplosivo nelle mutande, ha portato all'attuazione della misura più estrema, il body scanner. In Italia, nel 2011, è partita la sperimentazione di un body scanner ad onde millimetriche che riproduce un'immagine stilizzata del passeggero, mentre l'Europarlamento ha detto sì a un uso su base volontaria del macchinario.
Nello stesso tempo il personale è autorizzato a procedere con i cosiddetti 'pats down', perquisizioni corporali che hanno sollevato non poche polemiche.