Si profila un’altra indagine per bancarotta a Milano, che potrebbe coinvolgere di nuovo, tra gli altri, la ministra del Turismo Daniela Santanché, dopo il verdetto del Tribunale fallimentare che ha dichiarato la liquidazione giudiziale, ovvero il vecchio fallimento, per Ki Group srl, una delle società del gruppo del bio-food che era guidato fino a due anni fa dalla senatrice di Fratelli d’Italia. La Procura di Milano, infatti, è già al lavoro per ricostruire rapporti e cariche societarie per arrivare a muovere, in caso di presunti illeciti, contestazioni sul crac ad amministratori ed ex della srl, per la quale è stato accertato lo “stato di insolvenza” a fronte di un “passivo”, ossia di debiti, per oltre 8,6 milioni di euro.
La ministra ha già precisato che in Ki Group srl ha avuto “tempo addietro un ruolo del tutto marginale ed oggi non ne ho alcuno”. E che è stata, come ha riferito, “presidente del consiglio di amministrazione”, ma “priva di deleghe, per pochi mesi (dal 30 aprile 2019 sino al 15 giugno 2020)”. Dal 14 settembre 2020, ha aggiunto, “ho, poi, assunto il ruolo di consigliere, ancora senza alcuna delega gestoria ed ancora per pochi mesi, sino al 10 maggio 2021”.
Intanto, il procuratore aggiunto Laura Pedio e i pm Marina Gravina e Luigi Luzi, che coordinano vari filoni di inchiesta della Gdf sulle società in cui Santanchè ha avuto in passato cariche o quote, tra cui quello sul caso Visibilia in cui è indagata per falso in bilancio e bancarotta, valuteranno nei prossimi giorni le posizioni di chi ha avuto ruoli in Ki Group srl (società nata nel 2019). Tra queste pure quella della ministra, che è stata fino al febbraio 2022 anche presidente della capogruppo Bioera, società che si era proposta per il salvataggio di Ki Group srl con almeno 1,5 milioni di euro, ma che, poi, per difficoltà finanziarie ha chiesto di accedere alla composizione negoziata della crisi. Al vaglio ci dovrebbe essere anche il ruolo di Canio Mazzaro, ex compagno della senatrice.
Intanto, sul fronte Visibilia si attende per fine gennaio l’esito dell’ispezione giudiziale disposta dal Tribunale civile che, nei mesi scorsi, ha accolto la richiesta di un gruppo di piccoli azionisti e che nell’ipotesi peggiore potrebbe portare a fare emergere una situazione di insolvenza e ad una ulteriore proposta da parte dei pm di liquidazione giudiziale. Mentre uno dei primi filoni, che si avvia verso la chiusura, riguarda una presunta truffa ai danni dello Stato in relazione al ricorso, da parte di Visibilia Editore, alla cassa integrazione “a zero ore” in periodo Covid per alcuni dipendenti, che in realtà avrebbero continuato a lavorare.