Tassa di soggiorno, verso aumenti anche nel 2026


Proroga per il 2026 delle misure incrementali sull’imposta di soggiorno. Il maggior gettito sarà destinato per il 70% agli impieghi previsti e per il 30%al bilancio statale, per incrementare le risorse del Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità e del fondo per l’assistenza ai minori. E’ quanto si legge in un passaggio del comunicato finale del Cdm sulle misure del decreto economia.

“La maggiorazione del 30% – sottolinea Assoturismo Confesercenti – sarebbe una batosta che porterebbe il gettito complessivo oltre il miliardo. Così si penalizza la competitività del sistema e si deprime ulteriormente la domanda interna. Serve a sostenere il settore, non usarlo per far cassa. Un provvedimento assurdo in un Paese in cui la domanda interna ristagna, il livello di tassazione resta tra i più elevati d’Europa e il turismo chiuderà la stagione in positivo principalmente grazie alle presenze estere. Anche una misura inattesa, visto che erano in corso discussioni sul tema con le parti sociali”.

Secondo Assoturismo, la maggiorazione del 30% potrebbe tradursi in un esborso vicino ai 300 milioni di euro per i turisti, portando il gettito complessivo ben oltre il miliardo di euro. Una misura incomprensibile e controproducente – prosegue l’associazione – perché non solo aggrava il prelievo fiscale a carico dei visitatori, ma prevede che il maggiore gettito non venga destinato al comparto. L’imposta di soggiorno diventa così, definitivamente, una tassa sui turisti, una sorta di addizionale sulle presenze, e non uno strumento per migliorare la qualità dell’offerta e delle destinazioni. L’intervento rischia di frenare ulteriormente la domanda interna e di colpire un comparto che, pur registrando risultati positivi, ha bisogno di investimenti per rafforzare la competitività, in particolare sul fronte delle infrastrutture, oggi ferme al palo.

Quest’anno anche grazie al Codice Identificativo Nazionale (CIN), che ha reso più trasparente e visibile l’offerta di case vacanze e affitti brevi, il gettito dell’imposta di soggiorno dovrebbe crescere in maniera rilevante. Non c’è dunque alcun motivo di intervenire con ulteriori aumenti. È necessario, piuttosto, sostenere la competitività del sistema, investendo nella qualità dei servizi, nella promozione e nella valorizzazione del territorio.

“L’imposta di soggiorno – ricorda Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti – era nata come imposta di scopo, destinata a finanziare investimenti turistici e interventi di valorizzazione dei territori. Di questi investimenti, finora, se ne sono visti pochissimi. È su questo che occorre intervenire, assicurando trasparenza e destinazione vincolata delle risorse, non sugli importi. L’obiettivo deve essere far crescere l’offerta e la qualità dell’accoglienza, non appesantire ulteriormente il conto dei turisti”.

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