Ue accusa Italia: Rfi non è indipendente
In settimana il nostro Paese potrebbe essere deferito insieme ad altri 12 Stati


Ue contro Italia: l'attuale separazione fra chi gestisce la rete ferroviaria (Rfi, controllata dalle Ferrovie dello Stato) e chi esercita il servizio (Trenitalia, anch'essa controllata da Fs) non basta. Il gestore non ha la necessaria indipendenza. Un caso, però, non solo italiano. Ma che comunque, questa settimana, porterà, salvo sorprese, la Commissione europea a dare il via libera al deferimento del governo italiano e di altri dodici Paesi (tra cui Francia, Germania e Spagna) alla Corte di giustizia Ue per non aver recepito in maniera corretta, nei rispettivi ordinamenti nazionali, le disposizioni della direttiva europea sulla liberalizzazione del trasporto ferroviario varata nel 2001.

Dopo un carteggio durato anni, dunque, Bruxelles rileva che c'é una insufficiente separazione di funzioni tra gestione della rete, esercizio del servizio e certificazione per la sicurezza. Per questo, i servizi della Commissione hanno proposto al collegio dei commissari di portare l'Italia in giudizio: manca "la necessaria indipendenza" fra Rete ferroviaria italiana e la holding Fs (di proprietà del Tesoro), con le conseguenti problematiche sul fronte delle tariffe per l'utilizzo dell'infrastruttura.

Ma per Bruxelles c'é "assenza di indipendenza" anche per l'agenzia preposta al controllo della sicurezza ferroviaria che, si osserva alla Commissione, risulta collegata al ministero del Trasporti e delle Infrastrutture.

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