Una giornata di commemorazione per ricordare le undici vittime del disastro della Marmolada e per ringraziare gli operatori ancora al lavoro, ma anche un momento di confronto per discutere della sicurezza in montagna, a un mese dal crollo del ghiacciaio. Il tema è già oggetto di un dibattito nazionale promosso dalla Protezione civile, a cui partecipano tutte le Regioni e le comunità dell’arco alpino, assieme a numerosi esperti. Proprio all’indomani del disastro, la Commissione grandi rischi ha deciso di individuare delle linee guide e dei criteri omogenei per il monitoraggio dei ghiacciai, iniziando da una mappatura del rischio in ambiente glaciale e periglaciale su circa 900 ghiacciai italiani.
“Dobbiamo unire esperienze diverse, proponendo poi sistemi sostenibili e che abbiano un senso scientifico. Tutti i processi di consapevolezza, pericolosità e rischio devono partire dalla conoscenza del fenomeno: il sistema del semaforo sulla parte idrologica e meteorologica è dovuta alle conoscenze scientifiche che abbiamo; sulla montagna tutto questo non c’è”, ha specificato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio
Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha assicurato l’intenzione di adottare quanto deciso a livello nazionale, mentre sul futuro della Marmolada e sulla ripresa del turismo in alta quota si è detto fiducioso: “La situazione del ghiacciaio rimane delicata e preoccupante. Non sono però convinto che avrà una ripercussione sul futuro e che ci saranno meno persone in montagna”, ha affermato.
Anche il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, ha mostrato ottimismo. “Al momento è forte il sentimento di dolore, ma questo è un passo per andare verso la vita, per vivere la montagna con la consapevolezza che la sicurezza assoluta non la potremo mai garantire”.