venerdì, 29 Marzo 2024

Vaiolo delle scimmie nuovo spauracchio per i viaggiatori?

Continuano ad aumentare i casi di vaiolo delle scimmie ormai diventati quattro in Italia, con quello diagnosticato in Toscana, ad Arezzo, e altre 15 persone in osservazione, mentre sono oltre 190 casi quelli identificati nelle ultime settimane in 16 Paesi di Europa, Stati Uniti, Canada e Australia. I casi in Europa sono 67, secondo le stime più recenti del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), rilevati in otto Paesi. E’ una situazione complessa e con molti punti ancora da chiarire, ma per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è possibile contenere la trasmissione.

Per l’Oms, inoltre, non è ancora chiaro se il virus del vaiolo delle scimmie sia mutato e la risposta potrebbe arrivare dalla prima sequenza genetica, ottenuta in Portogallo e appena pubblicata, da cui emerge che il ceppo virale che sta circolando è quello dell’Africa occidentale, meno aggressivo rispetto al secondo ceppo finora noto, originario dell’Africa centrale.

I sintomi dei casi rilevati in Europa appaiono lievi e sembra anche che gli over 50 siano protetti dal vaccino anti-vaiolo fatto da bambini, ha detto l’infettivologo francese Jean-Daniel Lelièvre, dell’ospedale Henri-Modor di Créteil. Una delle domande principali è perché, proprio ora stia circolando un virus noto dal 1958 e da allora rimasto sostanzialmente confinato in Africa, ha rilevato il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca. Si studiano eventuali nessi fra i casi finora noti e al momento un elemento ricorrente sembra essere una vacanza alle Canarie, dove fra il 5 e il 15 maggio sarebbe stato organizzato un evento molto affollato a Maspalomas. Sembrerebbe legato alle Canarie anche il quarto caso italiano, un uomo di 32 anni ricoverato in Toscana, nell’ospedale San Donato di Arezzo, nel quale la diagnosi è stata confermata in seguito alle analisi condotte dall’Istituto Spallanzani di Roma.

Intanto, si è deciso di adottare la linea della prudenza. L’Agenzia britannica per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (Ukhsa) consiglia un periodo di isolamento di 21 giorni a chi abbia avuto contatti diretti o all’interno della propria famiglia con casi confermati di vaiolo delle scimmie. Ha deciso per l’isolamento anche la Germania, ma non per la quarantena, sulla base della stima che “al momento il rischio di un contagio di ampia portata della popolazione sia esiguo”.

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