domenica, 22 Dicembre 2024

Tassa soggiorno, nel 2014 382 mln di introiti ma a metà italiani non piace

Continua a confermare ottimi incassi la tassa di soggiorno per le amministrazioni comunali che l’hanno introdotta anche se oltre il 50 % degli italiani la reputa odiosa ed inutile. I dati però sembrano dar ragione ai Comuni. L’introito nel 2014, infatti, passerà dai 287 milioni 350 mila Euro dello scorso ai circa 382 milioni per anno in corso, con un incremento percentuale del +32,9%. Il dato è collegato al fatto che ad agosto di quest’anno l’imposta di soggiorno è in vigore in 649 Comuni, ben 149 in più rispetto a dicembre dello scorso anno (+29,8%).

Secondo lo studio dell’Osservatorio nazionale sulla tassa di soggiorno a 3 anni dalla sua introduzione, la quota degli italiani ‘contrari’ passa dal 79.6% dello scorso anno, all’attuale 56%. Aumenta la quota di coloro che si manifestano ‘neutrali’ (14,5% contro il 6,6% dello scorso anno) e di chi, invece, si dichiara ‘favorevole’ (29,5%, contro il 13,8% dello scorso anno). Il 25,3% la reputa “odiosa, inutile, un abuso e una truffa legalizzata” (era il 31,1% lo scorso anno), per il 4% “deprime il turismo”, secondo il 4,1% si tratta di “un’altra tassa sulla testa degli italiani” (era il 16,3% lo scorso anno), mentre per il 9,9% rappresenta un “deterrente nella scelta del luogo di vacanza” (era il 15,7% lo scorso anno). Il 23,9% è invece convinto che “la sua applicazione non viene utilizzata per fini turistici: non si vede nulla di nuovo” e il dato era appena all’11,7% lo scorso anno. Per il 4,4% la tassa “è inopportuna” e per il 20,2% “dovrebbe essere inserita nel prezzo della camera”.

Dalla rilevazione emerge poi  chiaramente come la maggior parte degli italiani sia a conoscenza della cosiddetta “tassa di soggiorno”: l’88,9% ne “ha piena conoscenza”, mentre l’8,5% “ne ha semplicemente sentito parlare”. Solo il 2,6% “non sa di cosa si tratti”.    Infine, lo studio, che fa anche un focus sul turismo tedesco, evidenzia come la tassa scoraggi l’arrivo di turisti dalla Germania. Se infatti per il 45,4% dei turisti tedeschi non fa nessuna differenza la presenza dell’imposta di soggiorno nel momento in cui effettuano una prenotazione in Italia, sale al 17,6%, quando lo scorso anno era pari al 6,1%, la quota di coloro che dichiarano che “se c’è la tassa vado in un’altra destinazione”. Emerge, soprattutto, che per gli ospiti tedeschi è molto più importante sapere di dover pagare questa tassa e a quanto ammonta il suo importo, rispetto al pagamento in quanto tale. Il 55,9% dei tedeschi che si sono trovati nelle condizioni di pagarla quest’anno ne era al corrente “perchè aveva preso informazioni personalmente”; un 22,5% afferma di averlo saputo perchè gli era stato comunicato “al momento della prenotazione”, il 14,7% ha saputo di dover pagare l’imposta al momento dell’arrivo in albergo, mentre il 6,9 ha scoperto di doverlo fare “al momento del saldo presso la struttura ricettiva”.

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