(di Toti Piscopo) Aspettiamo questo 2024 con rinnovata fiducia e tanta speranza, nonostante sia un anno bisestile con il consueto carico di dubbi, superstizioni e tradizioni. Il primo anno di apparente normalità in cui il turismo in Italia si è affermato come settore economico produttivo che può guardare al futuro in una logica meno spontanea e più organizzata. Su questo tema un ruolo determinante sarà quello dell’allungamento delle stagionalità, un tempo considerata una opportunità ma che oggi diventa una necessità come questo giornale da tempo sostiene, seppur in solitudine. Un obiettivo sempre più condiviso e portato avanti, con convinzione, dal ministro del Turismo Daniela Santanchè.
Ovviamente non può essere il solo. L’evoluzione del settore richiede anche un modello organizzativo più confacente alle nuove esigenze che i mercati richiedono, rigoroso nelle modalità, ma flessibile nelle sue applicazioni. Un modello da condividere con i paesi europei sia sul piano fiscale che normativo, per modificare alcuni paradigmi su cui ci si è adagiati e che vengono recitati, come delle litanie.
Ma intanto brindiamo a questo 2023 che sta andando via e diamo il benvenuto a questo 2024 con l’augurio che la superstizione dell’anno bisestile venga smentita e gli umani ritrovino il buon senso.
