Alle Canarie la lava non si ferma, scatta allarme gas tossici


La lava avanza a La Palma, l’isola delle Canarie da giorni minacciata dall’eruzione del vulcano: una lunga scia di fuoco, fino a 12 metri di altezza, procede lasciandosi dietro distruzione con oltre 300 edifici e più di 150 ettari ormai sepolti. E mentre è fallito il tentativo di erigere una barriera per salvare il centro abitato di Todoque – con 1.300 abitanti evacuati – scatta anche l’allarme per il pericolo di gas tossici.

A cominciare dall’anidride solforosa che il cratere del Cumbre Vieja sta buttando fuori a migliaia di tonnellate. Secondo il sistema europeo Copernicus, nei prossimi giorni questa nube potrebbe essere spinta dai venti verso ampie zone del Mediterraneo e raggiungendo anche le coste tirreniche dell’Italia e la Sicilia. Al momento le autorità non hanno emesso avvisi specifici riguardante pericoli per l’uomo, ma il fenomeno è sotto stretta osservazione: l’anidride solforosa (SO2) è infatti una sostanza che, in alte concentrazioni, può provocare irritazioni alle mucose e agli occhi e infiammazioni polmonari, hanno spiegato medici pneumologi ai media iberici.

Per quanto riguarda abitanti e turisti che si trovano sull’isola, la raccomandazione ripetuta di continuo è di rimanere alla larga dal vulcano ed evitare il contatto con le ceneri. Il presidente delle Canarie Ángel Víctor Torres parla di una popolazione “angosciata” e “sconsolata” per gli enormi danni provocati dal cratere su quest’isola di circa 83.000 abitanti: sono circa 6.000 le persone evacuate dalle loro case nei giorni scorsi, alcune delle quali già sicure di aver perso case e terreni. Intanto, l’Istituto di Vulcanologia delle Canarie ha affermato che l’eruzione potrebbe continuare per settimane mentre si attende di capire se la lava raggiungerà o meno il mare, fenomeno che potrebbe provocare “colonne di vapore acqueo con gas acidi” anche se, in teoria, “non tossica”, spiegano autorità ed esperti.

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