sabato, 23 Novembre 2024

La ‘moutya’ delle Seychelles entra a far parte del Patrimonio Unesco

La ‘moutya’, danza creata dagli schiavi africani e portata alle Seychelles nel XVIII secolo, è stata riconosciuta Patrimonio Cultura dell’Unesco. Il governo delle Seychelles aveva presentato per la prima volta la ‘moutya’ all’Unesco nel 2019, che inizialmente la aveva respinta adducendo la mancanza di informazioni.
I lavori per stabilire misure di salvaguardia per la tradizionale danza ‘moutya’ delle Seychelles sono iniziati nel 2015 quando le parti interessate coinvolte nella protezione e nella conservazione del patrimonio nazionale hanno preso parte a una sessione per preparare un dossier di nomina per la sua iscrizione nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco. Originariamente eseguita intorno ad un falò, nel buio della foresta nel cuore della notte, la ‘moutya’ era un’espressione di resistenza, che permetteva alle persone schiavizzate di condividere la loro sofferenza e cantare le difficoltà che dovevano affrontare, lontano dai loro padroni. I loro strumenti erano di base tamburi di pelle di capra, noci di cocco, triangoli di metallo, pentole e utensili da cucina e la coreografia era semplice e sensuale.
La ‘Moutya’ fu portata alle Seychelles dagli schiavi africani che arrivarono con i coloni francesi all’inizio del XVIII secolo. Erano soliti praticare questa danza di notte nella foresta, a distanza dalla casa della piantagione dove vivevano i loro padroni. Storicamente, ‘moutya’ era un conforto psicologico contro le difficoltà e la povertà e un mezzo per resistere alla servitù e all’ingiustizia sociale. ‘Moutya’ continua ad essere una forma di espressione dell’identità culturale fino ad oggi, mantenendo la sua forma di danza tradizionale. Di solito viene eseguita spontaneamente all’interno della comunità, così come in occasione di incontri sociali ed eventi culturali. Viene trasmessa in modo informale attraverso l’esecuzione, l’osservazione e l’imitazione e formalmente attraverso la ricerca, la documentazione e la divulgazione.

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