Ue: stretta sui visti ai russi, l’ira di Mosca
10 Novembre 2025, 11:41
“Viaggiare nell’Ue è un privilegio, non un diritto acquisito”. La guerra diplomatica ed economica tra l’Europa e la Russia, sull’onda delle tensioni innescate dai misteriosi droni su diversi scali del continente, si arricchisce di un nuovo capitolo: la stretta ai visti di ingresso per i cittadini russi.
La mossa era nell’aria da settimane ed è stata ufficializzata dall’Alto Rappresentante Kaja Kallas. “È difficile giustificare l’inizio di una guerra e aspettarsi di poter circolare liberamente in Europa”, ha sottolineato l’ex premier estone. Prevedibile e immediata è arrivata la reazione di Mosca. “L’Ue preferisce i disertori ucraini e i migranti illegali ai turisti russi con capacità di spesa”, ha tuonato la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova.
In effetti, i flussi turistici di russi, sebbene nettamente ridotti dall’inizio della guerra in Ucraina, non si sono mai interrotti, soprattutto nei Paesi mediterranei. Anche per questo l’Ue aveva finora evitato la stretta, concentrandosi piuttosto sull’allungamento della lista nera delle persone non grate in Europa.
Adesso, invece, la stretta sui visti si concentrerà su quelli multipli, che permettono l’ingresso e l’uscita dall’area Schengen più volte in uno stesso lasso di tempo. Riguarderà cittadini russi che risiedono in Russia e che fanno domanda per un visto presso un consolato di un paese Ue in Russia. Non si applica dunque ai cittadini di altri Paesi che risiedono in Russia (se non hanno anche passaporto russo).
Il visto multiplo sarà concesso a due categorie di persone molto specifiche: familiari stretti di cittadini Ue o di russi che risiedono legalmente in Ue, che possono ottenere un visto multiplo valido per 1 anno, ma solo se hanno già ottenuto e utilizzato regolarmente 3 visti negli ultimi 2 anni, e i lavoratori nel settore dei trasporti.
La stretta, su decisione dei singoli Stati membri, non si applica a dissidenti, difensori dei diritti umani o giornalisti, evitando così quell’effetto boomerang sul quale anche Yulia Navalnaya aveva messo in guardia l’Europa.