giovedì, 2 Maggio 2024

Usa, polemica sui body scanner: controlli razzisti, sessisti e pieni di cinismo

I body scanner tornano sul banco degli imputati: Jason Edward Harrington, un ex agente della Tsa, l'organizzazione federale che si occupa della sicurezza negli aeroporti, ha fatto una confessione in prima persona, pubblicata dalla rivista di Politico.com, in un pezzo dal titolo inquietante: "Cara America, ti ho vista nuda. E ci facevamo quattro risate".
"Grazie a quella macchina – racconta – potevamo vedere ogni piercing, anche quelli nelle parti intime. O particolari legati agli organi sessuali. E ricordo quante risate tra di noi". Poi c'era anche una sorta di linguaggio interno per segnalare ragazze particolarmente carine: quelle molto belle venivano segnalate come 'codice rosso', quelle 'così così' come 'codice giallo'. Ma la testimonianza va molto oltre la questione della privacy. L'ex agente, che prestava servizio all'aeroporto internazionale O'Hare di Chicago, racconta di controlli speciali sulla base del passaporto o della razza del passeggero. "Durante il nostro addestramento ci hanno insegnato a ripetere a memoria, come una filastrocca, la lista dei paesi 'cattivi' in ordine alfabetico: Siria, Algeria, Afghanistan, Iraq, Iran, Yemen e Cuba, Libano, Libia, Somalia Sudan e gente della Corea del Nord. Tutti coloro venivano da questi Paesi dovevano passare necessariamente da un controllo particolare, una perquisizione personale e un esame lungo e dettagliato dei loro bagagli".    
La Tsa ha reagito con una nota, in cui non si contestano gli abusi, ma si ricorda che le pratiche raccontate sono state ormai soppresse da tempo.

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